venerdì 25 luglio 2014

Dersim, Ahmad e il loro bimbo

Syrian refugees
Campo profughi di Basirma, Kurdistan Iracheno, maggio 2014

Una volta entrati in un campo rifugiati, ricominciare una nuova vita e’ la cosa piu’ difficile che ci si possa chiedere. Dersim e Ahmad hanno entrambi una laurea e vivevano bene a Damasco: entrambi interpreti di lingua inglese, Dersim lavorava anche come guida in un museo nazionale, e come giornalista radio. Nel settembre 2013 sono stati accolti come rifugiati in un campo del Kurdistan Iracheno.
“Non ho più la mia vita, ma non voglio dimenticare chi sono” – ha detto Dersim – “ e non voglio pensare troppo a questo campo” . Dersim ha iniziato a insegnare inglese a donne e uomini rifugiati nel campo. E’ una brava insegnante, ed e’ molto orgogliosa del suo corso per gli uomini “E’ molto difficile farli partecipare, a loro interessa guadagnare per le loro famiglie. Invece, ogni settimana, qualcuno si avvicina a fine corso chiedendo se c’è posto”.
Sotto lo sguardo di Barzani – presidente incontrastato (per il momento) delle regioni Kurde dell’Iraq, che ha sostenuto finanziariamente e con beni di prima necessità l’accoglienza dei rifugiati Siriani dal primo momento - Dersim e Ahmad mostrano il loro figlio di pochi mesi, nato dopo il loro arrivo.

Reportage di Francesco Niccolai e Alessandro D'Errico

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