martedì 29 luglio 2014

Nella notte cosmica



Per una volta, non fu l'uomo a contemplare la natura ma il contrario. E la natura, vedendo l'uomo così tronfio e sgonfio, per una volta prese in mano la situazione, e quella volta era appunto questa:




N = natura       U = uomo


N    vedi, amico limitato, il mio unico limite, invece, è che rendo vera ogni mortalità, e poi, di più, lo sai, non posso fare

U    questo lo dici tu, ma io da parte mia, ho tutto il tempo del presente

N    ma supera la mente amico, ché solo quello è il tuo infinito! Qui non c'è tempo e mai ce n'è già stato,  qui non c'è passato

U    questo lo dici tu, ma qui da parte mia, è cominciato tutto, e tutto è tanto! È tanto quanto ciò che ho: ho tutto!

N    se vuoi, amico, è cominciato tutto, certo, ma come a cerchio molle, un cerchio senza inizio che ti avvolge

U    questo lo dici tu, ma io da parte mia so quando sono nato, so quello che faccio, e poi se vado avanti non è un caso, è solamente un merito

N    siccome spesso sbagli, amico, non sai nemmeno adesso di sbagliare. Se vuoi, ti dico che nel cerchio che dicevo succede solamente di cascarci e poi, l'hai detto tu, non hai ricordi senza i numeri...

U    questo lo dici tu, ma io da parte mia, non sono forse il tuo migliore risultato?

N    amico limitato, tu non capisci proprio! Guarda me: io non ho mai confronti (a meno che non intervenga tu, al tuo solito modo, a chiedere se sia migliore il mare o la montagna), ma io non sono piccola né alta o altra, io sono tutto e sono nulla

U    l'hai detto tu stavolta, e se sei nulla vali proprio quanto hai detto!

N    amico, ma tu continui a non capire! In me, se vuoi, tu sei quella formica che si mastica la foglia, e poggi su di me, eterna vera terra intera e tu sei solo zolla della mia miseria...


e poiché l'uomo aveva appunto vita breve, la conversazione finì così e il miglior modo per l'uomo di esserne certo, era appunto quello di non avere alternativa.

Roberta Durante

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