-Sai tenere un segreto?
-Io? Ma certo! Guarda: croce sul cuore potessi morire…
-E tu?
-Anch’io…
-Cosa, anch’io…devi fare il giuramento, fai una croce sul cuore…sul cuore, non sulla pancia, e poi metti le dita incrociate sulla bocca e le baci…le tue dita, le devi baciare…e dì la formula, avanti….
-….
-Non si è sentito niente, ma l’hai detto?
-Si, si, l’ho detto piano….
-E allora?
Tre bambini sulla collinetta dei giardini di via Pascoli, in fondo al quartiere Cimarosa, quasi verso l’ingresso dell’autostrada.
Tre bambini vestiti pesanti, con i giubbotti imbottiti, sciarpe colorate e cappelli in testa che stanno vicini tenendo un pallone fra i piedi.
L’aria è grigia di neve vicina, il cielo livido del pomeriggio inoltrato.
-Allora, dai, che devo andare a casa….
-Si, allora, cos’è questo segreto, avanti….
Il bambino che ha il segreto in bocca e che sta per raccontarlo, improvvisamente, si sente solo: eppure non può più tacere.
-Ho trovato una foto.
Lo guardano senza capire.
-Una foto di mio padre…di mio padre che sta con una donna….
-Cosa vuol dire, non capisco…
-Perché non parli più chiaro, anch’io non capisco.
-Una foto, gliel’ho presa dalla tasca della giacca, quando era andato in bagno a lavarsi le mani, una foto di lui che sta abbracciato a una donna….
-…che non è tua mamma?
-Non è mia mamma
-E allora? Non capisco, scusa, cosa vuol dire, una foto, chissà quante foto si è fatto fare tuo padre, figurati….
-Questo qui è proprio scemo.
-Si, hai ragione, ma solo perché è mio cugino, è più piccolo, sai, tre anni meno di me, cosa vuoi che capisca….
-Ma tu, capisci?
-Mi pare
Silenzio: nell’aria si sentono le macchine che scorrono veloci ed i freni dei treni che fischiano striduli quando entrano nella stazione lì vicino.
-E ce l’hai qui, questa foto?
Indecisione, forse timore:
-No, l’ho lasciata in camera mia….l’ho messa nell’armadio, sotto i miei cd…
-E bravo, così tua mamma la trova di sicuro….
-No, mia mamma non ci va mai in camera mia, da quando sta male, non fa più niente in casa, viene sempre l’Annamaria a far le pulizie e fa da mangiare, mia mamma no, non ci va….
-Io la conosco l’Annamaria, fa la catechista a noi piccoli la domenica pomeriggio in oratorio….
-Vedi, te l’ho detto, questo qui non capisce niente….e comunque, cosa vuoi fare?
-Fare? Cosa devo fare?
-Non so, vuoi dirlo a tuo padre?
-Cosa gli posso dire?
Non gli vengono nemmeno le parole, non gli vengono nemmeno i pensieri: solo ha pensato di raccontare il suo segreto, ad un amico.
Che a sua madre non può nemmeno più dire com’è andata a scuola, o che gli manca la merenda, oppure che deve andare in gita e bisogna firmare il permesso: sua madre lo guarda immobile dal divano e dondola la testa senza sorridere.
Cos’ha sua madre?
-Ma niente, ha….- risponde suo padre, quando lui glielo chiede, la sera.
-Ma perché è così?....
-Così come? Non capisco cosa vuoi dire…sarà un po’ stanca….
E’ stanca sua madre? Di che cosa è stanca, che se ne sta sempre sul divano in sala e guarda la televisione spenta e non muove nemmeno una mano.
-Annamaria, cos’ha mia mamma? Sta male? Sta morendo?
-Ma non pensarci nemmeno, figurati un po’! E’ depressa, ha questo esaurimento, capisci, un esaurimento nervoso, dopo quello che…be’, insomma, una depressione, ecco….
-Ma dopo cosa?
-Dopo niente, è successo, così, come ti viene il raffreddore, capisci….
-Ma viene anche ai bambini?
L’Annamaria rideva, e gli passava la mano sui capelli, dicendo:
-Ma va là, stupidino, cosa vai a pensare, va….
-E allora….cosa vuoi fare?
-Io? Ma, credo che non faccio niente….
-Ci vediamo domani mattina a scuola, io vado, ciao.
Tre bambini si salutano correndo fuori dai cancelli dei giardini e poi ognuno rientra a casa.
Ma il bambino che ha un segreto non si sa decidere: deve salire le scale e poi prendere le chiavi che tiene attaccate ad una cordicella nera attorno al collo, e poi aprire la porta e poi entrare in casa e guardare.
Guardare adagio in sala se c’è ancora sua mamma, seduta immobile ad occhi aperti, come una statua.
Guardare adagio per vedere se sua mamma è ancora viva.
-Cosa fai qui seduto sui gradini, perché non sei entrato in casa, fa freddo, guarda, sei tutto gelato….
-Ti aspettavo
-Aspettavi me? Ma se non sai nemmeno che orari faccio, figurati, magari tornavo più tardi, cosa facevi, restavi lì seduto al buio?
-Si, restavo lì. Ti aspettavo.
-Perché non sei entrato, magari la mamma ti ha chiamato, magari aveva bisogno di qualcosa….non devi fare così, tu devi stare in casa…
-Io?
-Si, tu devi stare con lei.
-Ma perché io.
-Perché io sono al lavoro, ecco perché, ci vogliono i soldi, per mantenervi, e nessuno ti regala niente, devo lavorare, hai capito….
La mamma è ancora seduta sul divano e gira appena la testa a guardarli, mentre entrano e si spogliano in ingresso.
-Vai a mettere su l’acqua in cucina, adesso mangiamo.
-E la mamma?
-Cosa, la mamma
-Deve mangiare
-Adesso viene anche lei in cucina, vai, tu vai, adesso la vado a prendere…
Stanno seduti al tavolo vicini, il bambino che ha un segreto, suo padre e sua madre, la televisione è accesa, ed il telefono suona.
-Resta pure, vado io…- dice il padre, alzandosi di scatto.
Il bambino gira il cucchiaio nella minestra fredda e guarda di sottecchi la madre, di fianco a lui.
-Mamma- dice.
La donna è pallida in viso, ma le sue mani sono ferme, mentre porta alla bocca il cucchiaio.
-Mamma, dice ancora lui, guarda.
E prende la fotografia che teneva nascosta sotto la maglietta e la spinge sul tavolo verso di lei.
La donna smette di mangiare e si volta a guardare il bambino; e poi, lentamente, si china a prendere la fotografia.
-Era un collega di lavoro, un problema, sai….
Il padre si blocca sulla porta: ha visto immediatamente la fotografia, la sua mano corre inavvertitamente alla tasca dei pantaloni, e poi si avvicina e si siede ancora al tavolo.
Il bambino alza gli occhi a guardarlo; e suo padre lo guarda a sua volta, pallido e sconvolto.
E poi insieme, si girano verso la donna e la guardano in silenzio.
Niva Ragazzi
bellissimo...ma che triste
RispondiElimina