mercoledì 3 novembre 2010

Il vestito bianco

"E adesso mi metto il vestito bianco!" Annunciò con energia pari ai suoi dubbi interiori, la Noemi. A tredici anni aveva messo insieme una notevole statura e un alto e rotondo fondoschiena, benché di seno non si vedesse traccia, e le spalle restassero esili e infantili, come le braccia, lunghi rami di salice..
"E adesso mi metto il vestito bianco per davvero!" Cercava di spaventare specialmente la nonna che, nella luce cruda del mattino di Luglio, le era apparsa improvvisamente vecchia. Il passare del tempo l'aveva resa incerta, e aggressiva.
Non si sa da dove vengano i vestiti di Noemi, da cugine più grandi, zie giovani, amiche della mamma, comunque mai comprati bensì regalati, ereditati, sottratti con destrezza: sono di rado adatti alla sua età, troppo grandi, troppo stretti, qualche volta troppo audaci.
Come il vestito bianco. Andò in roulotte e ne uscì indossando il vestito bianco, scalza.
La nonna e il fratellino,che avevano in affido Noemi per una settimana senza la mamma, capirono che una importante decisione li attendeva e si disposero seduti su una brandina, piccola giuria attenta e scrupolosa.
La Noemi svettava su di loro come un albero. Il vestito era abbagliante, attillato, con un lungo spacco laterale fino all'anca. Lei, sotto, non aveva mancato di mettere un reggiseno imbottito, taglia 1, o forse 0, che suo fratello chiamava "la protesi", ma, vergognandosi anche di quel piccolo trucco, teneva le spalle come ripiegate e le braccia lungo il corpo.
La fecero sfilare avanti e indietro su quei piedi lunghi e magri simili a zampe di uccello e nonostante lei tentasse qualche atteggiamento da modella, facendo vibrare le mani o portandosele in modo drammatico alla testa, la nonna e Giorgio la guardavano troppo stupiti perfino per ridere. Era molto bella, ma il vestito era fatto per una ancora più sottile, o di certo più audace, di lei: elastico, aderente come una fasciatura.
Quando si girò di schiena, la nonna emise un repentino "Ah, no!"
Il "lato B" della ragazza, era così esposto e visibile sotto il vestito, tirato tanto da diventare semitrasparente, che lei non aveva più niente della tredicenne.
"Una roba tipo Marilyn Monroe a tredici anni! Non va proprio.."
Giorgio taceva, serio e allibito, guardando quella sconosciuta che improvvisamente aveva preso il posto di sua sorella.
"Mica è colpa mia! -gemette Noemi- e se non me lo metto al mare, quando lo metto?"
"Anche mai." sentenziò la nonna
Noemi rientrò in roulotte e ne uscì varie volte, indossando diversi gioielli e pettinature, mezzi intesi ad attenuare l'effetto del vestito, a confondere i giurati.
Si tirò i capelli in su con spilloni colorati, li lasciò cadere a grandi onde sulla schiena. Si decorò la scollatura con pareo di velo verde, si allacciò il pareo intorno ai fianchi sperando di annullare la zona incriminata.. ma tutte le volte che nelle sue sfilate si girava e mostrava la schiena la nonna si preoccupava di più " Ah non va, non va.. se almeno ci fosse tua madre.." "Lei mi lascerebbe.. lei è moderna.."
"Non è questione di moderna, Noemi.. è troppo osé, è così e basta"
Anche la ragazza non si sentiva "moderna" quanto pensava che fosse sua madre, infatti sgranava gli occhi come su un compito difficile e in quel che borbottava si distinguevano le parole "..devo farmi coraggio.." Poi si attaccò a suo fratello che manteneva un ammirevole riserbo maschile da perfetto incompetente, e se lo trascinò dietro" Giorgio vieni con me a fare un giretto di prova.."
E così partirono, nella canicola di metà giornata, lei sempre scalza con quel fasciante abito bianco che rubava tutta la luce, lui, dimesso scudiero in calzoncini da bagno un po' troppo larghi.
Avevano cominciato un tempo, un tempo che sembrava improvvisamente così lontano, come due semigemelli dediti a zuffe, a fabbricazione di armi preistoriche, a risse mortali sul pavimento, a fughe e furti sempre insieme...ed ora la natura, il tempo, li disponevano in un ruolo diverso, manifestato dall'ordine col quale si misero in cammino.
Lei, la sorella di tredici anni, davanti, radiosa, imbarazzata, una specie di ammirevole aliena, lui, il fratello di dieci, rimasto un bambino, lasciato ancora indietro dalla natura, dalla vita, tre passi dopo di lei. Tre filosofici passi.
Quando ritornarono però fu lui che parlò, ritrovando il suo ruolo che, sempre, da che si ricordavano, era stato di consigliere e di saggio.
"Non va nonna, hai ragione.. Tutti la guardano.. I vecchi la guardano, nonna!"
Noemi taceva, la faccia accigliata, lievemente più rosea, le mani dietro la schiena come per un castigo.
La sentirono imprecare a lungo dentro la roulotte, mentre apparentemente buttava all'aria tutto quel che c'era in una delle furie insensate e brevi della sua età. Poi ne uscì in costume da bagno con la cuffia in testa, e filò in piscina in silenzio. E non chiamò suo fratello questa volta, sentiva che qualcosa li aveva improvvisamente divisi. Qualcosa che lei aveva solo provato, ma provare era bastato.
Così lo scudiero e consigliere, benché il consiglio fosse stato come sempre saggio, rimase solo sulla brandina. Oh il tempo, il tempo... ecco che cosa fa il tempo - pensò la nonna e gli disse " Prendi le carte che ci facciamo una briscola.."


Carla Spagnolo

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