martedì 2 novembre 2010

L'inganno

Come faccio a dirlo ai miei, loro non possono capire.
Loro non vogliono capire, loro se ne fregano. Hanno preparato la festa, hanno invitato i parenti, non sanno.
Accidenti ma come potevo dire a quei due vecchi suonati che non riuscivo più a studiare. Non mi avrebbero creduto. Loro non possono immaginare che sia possibile non starci con la testa. Avrei dovuto dirglielo molto prima, ma di sicuro, se anche avessi provato a parlare, non avrebbero capito.
Me le sento nelle orecchie le loro obiezioni del cavolo: ma come, sei lì tranquillo, senza altri problemi, tutto pagato e non studi, non esiste. Fosse capitata a noi una opportunità così.
In fondo gli ho solo raccontato le balle che volevano sentirsi dire: sì ho dato l’esame, sì è andato bene. Il professore si è congratulato, mi ha dato il titolo della tesi … a marzo la discuterò.
Tutte balle. Dietro ho solo macerie, davanti il nulla.
Hanno finito di vantarsi con i vicini raccontando le mie prodezze: ha smesso di suonare, ha messo la testa a posto, a marzo prenderà la laurea e poi … no la ragazza non ce l’ha, pensa solo a studiare.
Tutte stronzate. Comodo farsi belli alle mie spalle, provassero loro cosa vuole dire preparare un esame per mesi e poi in cinque minuti quel bastardo del prof che ti demolisce, ti fa sentire una schifezza e ci prova pure gusto.
Mi sono rotto le scatole di dover fare per forza quello che il babbo non ha potuto fare. Io sono io e basta, lo capirà finalmente.
Peggio per lui se se si è dovuto mettere a lavorare troppo presto. Non sono stato io a chiedere di nascere.
Se mi avessero lasciato in pace adesso non sarei disperato. Se continuavo a suonare magari diventavo bravo come Vasco e al diavolo la laurea.
La mamma soffrirà ma se lo è voluto. Il babbo sarà furibondo, come sempre quando qualcosa che mi riguarda non va come aveva programmato lui.
Al diavolo tutti e due e al diavolo anche Costanza.
La mia pena io l’ho già scontata, in silenzio, col cuore che è diventato pesante come un macigno, con la vergogna che mi soffoca.
Non saprò la fine di tante cose, ma non mi importa più un cavolo di questa vita di merda.
Devo solo trovare il modo, chiudere con questo schifo mondo e peggio per chi rimane e chi se ne frega dei vezz… di Costanza e.. di tutto.
Sparire, chiudere… farla finita.


Anna Rocca

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