martedì 17 febbraio 2015

Il buono, il brutto e il cattivo

Il biondino alza lo sguardo, lo abbassa subito e fa finta di non vedermi. Continua a leggere qualcosa che sembra più interessante di me che aspetto sui carboni. L’uomo seduto accanto a lui mi sorride invitandomi a sedere.
“Abbiamo letto il suo lavoro”. Esordisce.
Fa una pausa e mi fissa. Io non so cosa fare, forse dovrei stare zitta e aspettare, ma è più forte di me: devo sapere. La pazienza non è mai stata il mio forte.
Vorrei chiedere se gli è piaciuto, se pensa che possa continuare a scrivere, se mai diventerò una scrittrice di successo:  la nuova Rowling italiana. Ma la sola cosa che mi esce è uno squallido
“E…?”
Ha un attimo di esitazione,  il biondino apre bocca prima di lui,
“Troppo lunghe!”
Mi crolla tutto addosso: sogni, speranze o dovrei dire illusioni?  Il biondino è odioso, decido di ignorarlo
“Quindi non va bene?” chiedo all’uomo rimasto in silenzio. “Forse ho sforato… ma non sempre. Ho controllato.” 
Nessuno dei due mi risponde, mi viene voglia di alzarmi e andare via. A fatica m’impongo di calmarmi e aspettare.
Finalmente risponde:
“Vede, non è che siano brutte… sono in tema, ma a volte un po’… un po’…”
Esita. Si gira verso il biondino che sentenzia lapidario.
“Stereotipate.”
“Ma no! Non tutte almeno!” interviene l’uomo. “ Vede alcune hanno spunti originali, ma diciamo che lei avrebbe potuto essere un po’ più… come dire?”
“Moderna.”
Ancora una volta il biondo nazista non si spreca certo in parole.  
Lo odio. Profondamente.
“Credo che Il soggetto sia senza età,  facile e difficile allo stesso tempo. Il rischio è cadere in frasi banali o peggio già usate visto che sono anni che vengono pubblicate. Non posso conoscerle tutte, ma ho fatto ricerche e mi sembra di aver mantenuto lo stesso tono che finora ha funzionato bene.” Ribatto  con calore.
Mi sto giustificando e la cosa non mi piace per niente.  La conversazione sta prendendo una  piega inaspettata. Forse avrei dovuto aspettare che mi chiamassero e non insistere per  essere ricevuta oggi. D’altra parte se non fossero stati pronti non sarei qui e forse sarebbe stato meglio. 
Non me l’hanno detto ancora apertamente, ma ho la sensazione che la mia fatica non sarà premiata. Cerco di evitare il biondino, vorrei che fosse l’altro a parlare. Ho l’assurda idea che lui potrebbe dirmi di sì. Ma a parlare è proprio il biondo e stavolta non è più lapidario.
“Ci dispiace, ma le dobbiamo dire di no. Però riprovi. Cerchi di leggerle sotto un’altra luce per vedere se può migliorarle.”
Mi salutano dandomi una scatolina in gentile omaggio.
Sono a casa, guardo lo schermo del pc e rileggo le frasi che non sono piaciute. Apro il gentile omaggio, scarto il bacio e leggo il foglietto semitrasparente Perché la luce sia splendente ci deve essere l’oscurità. Bacone.
Il sapore di cioccolata mi fodera la bocca, pezzettini di nocciola mi rimangono tra i denti. I baci sono sempre buoni  e lo sarebbero stati anche con le mie frasi, non tutte però. Rileggendole mi accorgo che qualcuna è veramente ‘antica’,  fin troppo sdolcinata. 
A malincuore devo riconoscere che forse il biondino non aveva tutti i torti, almeno per qualcuna. 
Il concorso d’idee a cui ho partecipato prevede frasi  ad effetto create da illustri sconosciuti e non da personaggi famosi. Una novità da lanciare e promuovere.
Mi sa che rimarrò sconosciuta e poco illustre, penso addentando il quarto bacio.

Tania Puglia

3 commenti:

  1. I racconti di Tania sono sempre avvincenti, li leggi con la voglia di scoprire in fretta come va a finire. Brava!!
    Paolo

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