lunedì 21 gennaio 2013

Lettera al figlio che sta per affrontare i corsi TAF (Tirocinio Formativo Attivo) per diventare un vero e certificato professore di Lettere


Figlio mio dalla barba grigia, non è la prima volta che il pensiero materno ti accompagna in una nuova impresa scolastica.
Quando eri un marmocchio assai rotondo e ti comprai il primo diario degli Antenati, ti dissi di non metterti le dita nel naso a scuola, di non dire di continuo merda quando rompevi la punta alle matite, di non tagliare le tasche del grembiulino con le forbici a punta tonda per la noia terribile ….non te lo dissi forse?
Quando diventasti un ardito liceale ti dissi di far pure lite con tutti i professori tranne con quello di filosofia perché di due dialettici in una classe ce n’è sempre uno di troppo , e quello sei tu. Te lo dissi o no?
E quando ti maturasti all’improvviso, come una pera che cade dal ramo, non ti supplicai di iscriverti a  Ingegneria e non a  Lettere classiche, come il tuo cuore stupidello anelava, a dispetto di tutte le inchieste autunnali dei giornali che evidenziavano la sciocchezza, l’arcaicità, l’antieconomicità assoluta di qualsiasi laurea in Lettere, sia antiche che moderne? 
E tu? Tu disgraziato avevi letto dei libri, tu ancor giovane virgulto di una famiglia di lettori avevi una segreta e turpe simpatia per il latino, nonostante la moto, il rafting, le molte e belle ragazze che presto ti abbandonarono per Informatica ed Economia ed ora sono Dirigenti, benché in ditte precarie..
No. Tu folleggiasti col latino e il greco e chi l’avrebbe creduto vedendo che non sei gracile, né di incerta salute, né sicuramente femmina..
Così ti trascinasti per una ventennale strada di supplenze, di mese in mese, di settimana in settimana, anelando epidemie influenzali o parti plurimi che tenessero un po’ di titolari lontano dalle cattedre, tentando il bergamasco, la lomellina , il basso canavese alla ricerca di allievi più miti che non ti sbattessero in faccia il giornale che tentavi di leggere loro in classe. 
E ora ti accosti a questa ultima scuola ( che io pago, e caro) con le mie presenti raccomandazioni.
Primo, non nominare nemmeno il tuo adorato Spengler , di cui mi blateri continuamente, lo sai che è ritenuto “di destra” mentre la cultura è ritenuta” di sinistra”.
Poi, niente eccessi contro Croce, Eco, lo strutturalismo ecc.
Se gli insegnanti si inoltrano nella psicologia dell’adolescenza non alzarti per dire che son tutte cazzate, non sputare sulle per te nuove arti gestaltiche, sii recettivo al nuovo e utile sapere.
Se qualcuno si addentra, quasi in un ovattato sondaggio. entro questioni di politica rinuncia a dichiararti ghibellino, a meno che il professore non sia un dantista.
Quante volte ti ho ricordato le virtù del silenzio , figlio mio..O ra non dici più merda come a sette anni, ma quante altre ne dici….
Soprattutto non fare affermazioni su quel sacro Istituto che è la Scuola, non proferire la tua blasfema definizione “ La scuola è fatta di imbecilli, sia davanti che dietro la cattedra, e va eliminata! Chi vuole imparare vada a bottega come nel milletrecento!”
Ricordati che i soldi che sborso per il TAF sono in prestito, e che dalla SIS ti sei già fatto cacciare a suo tempo, dato che non ottemperavi alla diffida ad alzarti e ribattere su qualsiasi argomento, espressa dagli insegnanti con la formula standard
“ No, lei laggiù NON ha la parola!”
Con grande affetto e qualche trepidazione, la tua vecchia mamma.

Carla Spagnolo

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