martedì 4 dicembre 2012

Salto di qualità


Il portellone si è aperto, ha guardato quella bocca spalancata pronta a inghiottirla, ma sta ferma. Angela è indecisa non sa se dirglielo; sa che Marco protesterebbe e non ha voglia di discutere. Per fortuna lui deve  lanciarsi prima di lei, non ha tempo. Si è alzato e passando le ha detto:
“Ci vediamo là, come stabilito! Tu vieni con Simone, io arrivo con Anna, sperando che sia puntuale. Odio aspettare appena tocco terra.”
Lui ha organizzato un lancio con visita al castello di famiglia, ma non sa che il programma è cambiato e lei non ha avuto il coraggio di dirglielo. Ci penserà Anna.  
Il pilota ha fatto il giro e ridotto di nuovo  la velocità. Tocca a lei. Ha guardato l’altimetro un’ultima volta: 3000 metri, 3 km…  quanti centimetri saranno? Le vengono sempre le domande più assurde l’attimo prima del salto, è come se lasciasse in sospeso una risposta da dare una volta a terra. È di buon augurio: una sua personale formula scaramantica.
Finalmente si è staccata dal sedile, stringe gli occhiali un po’ di più e salta nella bocca che la inghiotte. In un primo momento il vento l’ha frenata, ma poi affonda con il suo sibilo assordante negli orecchi.
Si è messa a ragno per stabilizzarsi, ma non ha resistito a lungo. Vuole velocità, vuole bucare quella nuvola sotto di lei. Ha richiamato le braccia facendole aderire al corpo come un saltatore con gli sci. Cade in obliquo al doppio della velocità e la penetra.
Appena uscita  guarda l’altimetro: 1000 metri.  È ora di aprire.
Ha tirato la maniglia, le mani protese in avanti per raddrizzarsi, alza la testa e vede lo sfarfallio del paracadute che si gonfia, uno strattone e poi silenzio.
Silenzio assoluto.
È sospesa in una pace muta, la stessa provata sott’acqua, ma preferisce questa perché  più aperta e luminosa. Anche se i colori sono più belli dentro il mare: lucidi d’acqua.
Ha toccato terra e Simone è spuntato dal nulla.
“ Sei in ritardo, muoviamoci! L’hai detto a Marco che il programma è cambiato?”
“No, non ne ho avuto il coraggio... Ci teneva tanto … Ci penserà Anna.”
“Ci rimarrà malissimo. Aveva tanto insistito che andassimo a vedere i cimeli di famiglia. È un po’ snob, dì la verità. ”
“Forse un po’, ma è simpatico. Non sai quante volte mi ha invitato dicendo che è un posto favoloso e che una volta visto non si scorda più. Anche se ha detto che è un po’ lugubre. Ho accettato l’invito solo perché sapevo che c’eravate tu e Anna. Ma sembra che non ci andrò neanche stavolta. Che è successo? Lo sai?”
“È una cosa lunga, te la racconto per strada. Adesso muoviamoci, si sta facendo buio e dobbiamo andare oltre la collina.”
Marco ha aspettato a lungo, poi si è avviato senza Anna. Chissà dov’è finita quella ragazza? Ha continuato a girarsi sperando di vederla arrivare. Ma lei non si vede, almeno per ora. Si consola pensando che incontrerà Angela e Simone, si godrà la festa con loro. Non è stato facile organizzare il tutto però alla fine ci è riuscito ed è soddisfatto.
Il castello sembra quello di un cartone: nero, su un cucuzzolo, aria sinistra. L’ha visto svettare in lontananza. Ha appena suonato quando sente il rombo di un motore, intravede una jeep prima di essere acciecato dai fari.
È Anna. È arrivata alla fine.
“Marco! Sapevo di trovarti qui. C’è stato un cambiamento di programma...”
Non prosegue, il portone si apre, compare un uomo.
“Buona sera, vi aspettavamo.”
“Veramente... Simone ha detto di andare a….”
“È tutto pronto, come ordinato. Prego, accomodatevi.”
Marco le ha preso la mano, la invita a seguirlo.
“Ma allora la festa si fa qui? Quelli del centro devono aver cambiato idea un’altra volta, senza avvertirmi. E poi mi avevano detto che qui… qui…”
“Qui, cosa?”
“Lascia perdere! Voci di cose strane… Certo che tu e il centro paracadutistico potevate organizzare qualcosa di più normale. Mi sembra di essere in missione di guerra.”
Hanno ballato a lungo, Simone e Angela non sono arrivati. Peccato.
Sono usciti in terrazza, Anna è molto bella al chiarore della luna. Le osserva la vena pulsarle nel collo.
Le porta sempre là per compiere la sua vendetta e trasformarle così come anni addietro hanno trasformato lui.  E il centro stava per rovinargli tutto. C’è mancato poco.
Non crede che resisterà fino a mezzanotte.

Tania Puglia

4 commenti:

  1. Una sospensione come nei migliori finali Carveriani.

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  2. Sempre con il colpo di scena finale questi racconti.
    Complimenti ancora una volta!!

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