Un raggio di luce penetra attraverso la tapparella e taglia il buio della stanza. E’ una luce bianca, intensa, ideale per fare una fotografia artistica… Ma io non ho voglia di fotografare a quest’ora della mattina: ho ancora sonno. Inoltre, mi piace questa fase del dormiveglia: è tutto strano, ovattato.
Però una luce cosi bella un po’ intimorisce! Ho quasi timore di alzarmi dal letto e di attraversarla. Un pensiero inquietante mi viene in mente: sono le sette, il sole non può essere tanto alto da produrre una luce così intensa. E se fosse una luce fotonica lanciata da un Ufo per rapirmi?
No. Non mi alzo, chissà dove mi portano, e poi con questo pigiama non sono presentabile, magari sanno del mito italiano per l’eleganza, che figura faccio fare alla nazione?
No! Rimango sotto il piumone, e se mi accorgo che la luce si muove alla ricerca di qualcuno, mi metto sotto, così non mi vedono.
E se fosse un raggio di luce del teletrasporto e nell’arco di pochi secondi me li trovo in casa?
Già me li vedo mentre frugano ovunque come finanzieri alla ricerca della prova di un’evasione.
Mi trovano, non ho alcun dubbio. Tra qualche secondo arriveranno e, quando toglieranno il piumone e mi vedranno accovacciato, tremante e in posizione fetale, con questo accienti di pigiama di due colori: azzurro elettrico la felpa e verde marcio i pantaloni, cosa gli dico? Volete un caffè? Oppure non so… Scusate, ma non aspettavo nessuno, vi siete forse persi?
La luce è ferma, minuscole particelle di polvere sembrano animarla.
Sento un rumore forte, metallico, è un rombo di motore. Stanno atterrando in cortile, lo sento. Meno male che non ci ho parcheggiato la macchina: ci sono solo le due auto dei vicini. Chi-se-ne-frega!
Il rumore è più forte, sempre più vicino, lo sento fermarsi.
Possibile che nessuno si accorge che tra pochi secondi saremo invasi dagli extraterrestri? Dove sono tutti? Dov’è il vicino che si lamenta sempre? Di solito gli è sufficiente uno starnuto un po’ più forte del normale per chiamare i carabinieri, e adesso che atterra un’astronave non dice nulla?
Forse lo hanno già catturato!
Sento delle voci, le sento nitide, sono due. Che strano, non capisco cosa dicono ma mi sembra un accento veneto. Imitatori, sanno imitare le voce dei terrestri; oppure hanno una macchinetta che riproduce la voce umana e hanno scelto l’accento veneto. Contenti loro.
Io preferisco la voce del mio navigatore, calda, sensuale; sbaglio strada apposta per sentirla spesso, tanto è affascinante.
Il rombo riprende, è fortissimo.
Basta! Ho deciso, scendo dal letto: ma sì, ’fanculo anche il pigiama di due colori!
Scatto giù dal letto, carico di coraggio, apro la porta finestra per affrontarli e, per farlo, attraverso il raggio di luce: non mi importa se mi tirano su; il primo che si avvicina lo gonfio come una zampogna.
Ecco, sono sul balcone pronto ad affrontarli in posizione di difesa con i pugni serrati come un campione di box.
Giro la faccia a sinistra, poi a destra, ma mi accorgo che non c’è nessuno: c’è solo un sole splendente e tiepido.
Le persiane dei vicini sono chiuse, le macchine in cortile sono intatte, c’è solo un forte odore di gasolio bruciato e il rumore di un motore in lontananza.
Accidenti a loro! Era il camion della spazzatura!
Abbasso le braccia, poi appoggio le mani sulla ringhiera, alzo lentamente lo sguardo e vedo due piccioni che abbandonano il mio tetto e che, dopo pochi battiti d’ali, vanno a fermarsi sul tetto della casa di fronte.
Rientro: la radiosveglia si mette in azione. E’ tardissimo. Vorrei insultarmi, ma non mi dico niente e guardo di nuovo la radiosveglia: adesso devo lottare con i minuti, altro che con gli extraterrestri!
Va bene, è inutile correre, mi dico, ormai sono in ritardo, tanto vale ritardare con abbondanza.
Che strano, però: poco prima mi sentivo forte come un eroe moderno, pronto ad affrontare un nemico pericolosissimo e a salvare la terra dagli Alieni, e ora tremo al pensiero di dover giustificare il ritardo.
Niente: nessuna gloria, nessuna medaglia, nessuna intervista alla Vita in diretta o a Porta a porta, niente CNN, niente di niente.
Però devo dire che è stato bello sentirmi, anche per poco, invincibile.
Se domani ritornano, li affronto subito… No! Domani non si può: il camion della spazzatura passa ogni due giorni.
Marcello Tropea
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