
Un sacco, a giudicare dalle lame sfolgoranti che tagliavano la stanza costringendola a socchiudere le palpebre assonnate mentre Belzebù si faceva le unghie sul suo stomaco.
Il gatto era un autentico mistero ma alle streghe capitavano queste cose.
Uscita dalla doccia se lo era ritrovato davanti, all’ultimo piano del n.231 dove gli ascensori non funzionavano più da anni.
Sempre che un felino fosse capace di premere il pulsante roof.
Lei nuda come un verme e lui seduto con la coda arrotolata si fissarono per un lungo penetrante attimo alla fine del quale Belzebù capì di averla avuta vinta.
Lo nominò tecnico delle luci.
Ernesta dedicò cinque - e non dico quattro, non dico sei ma dico cinque - minuti allo stretching poi versò il latte per entrambi.
Si complimentò con se stessa per l’erba che verdeggiava al di là della finestra aperta, ci teneva molto a quel fazzoletto di terra e comunque nel tempo libero cos’altro poteva fare.
Oltre, sostava quella nebbia malata venuta da chissà dove che assorbiva i colori e faceva cadere in un sonno profondo quelli che la respiravano.
Ormai tutti in città dormivano della grossa, i più fortunati nel letto o sul divano.
In fondo alla stanza bolliva un pentolone regolamentare che sprigionava fili di vapore risucchiati dal camino.
Si augurava che la pozione fosse sufficiente perché era stufa di stare lì e in ogni caso doveva pur salvare il mondo oppure addio stipendio.
Riempì il nebulizzatore e ne spruzzò moderate quantità agli angoli del giardino, quella roba era micidiale.
Le minuscole sfere dentate si misero al lavoro mangiando la nebbia di cui erano ghiotte e così anche quel grattacielo era a posto.
Attese l’ok di Belzebù prima di recitare la formula magica
Bidibi bodibi bu
e via che si parte.
Il prato e la casa si sollevarono (un bel passo in avanti rispetto alla scopa) mentre il gatto manovrava il fascio luminoso e lei guidava la baracca fino al grattacielo accanto eseguendo un atterraggio non proprio morbidissimo ma era il nuovo modello santo cielo un po’ di comprensione.
Raddrizzò un quadro, tolse con la paletta i cocci di un’ampolla e mise finalmente il bricco sul fuoco.
Belzebù quella sera volle nel suo tè una zolletta supplementare poi si fecero due risate raccontandosi barzellette sconce.
Prima di coricarsi, la strega tirò una riga sulla mappa dei grattacieli.
Ne rimanevano 378.
Alessandro Leone
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