lunedì 11 luglio 2011

Iside

Rotea gli occhi e scopre i denti di resina giallastra nell'imitazione pallida di un sorriso.
A ogni domanda risponde affermativamente: "Sì, naturalmente; eh sì, certamente; ah, si capisce!"
Non riconosco più la sua voce, il suo sguardo perfino, non è più quello. Forse da bambina aveva occhi così ma io, allora, non la conoscevo.
La brezza di questa giornata tiepida e incerta, le porta i radi capelli sugli occhi e lei lascia che sia, mentre le sue palpebre, in disaccordo, sbattono di continuo.
Tiene nella mano, ben stretto, un taglio di mela che le ho consegnato già minuti fa, per la merenda. "Eh sì, certo che la mangio, naturalmente!"
L'odore forte dei tigli oggi mi nausea. La panchina stessa sembra odorare di tiglio. Le leggo un libro, ogni giorno una pagina. E' un libro di storie fantastiche, dove gli animali parlano e le cose si animano. Ascolta e ride quando faccio le voci: "Fermo tu, ladro di carabattole! - disse il candeliere al topo mago che rispose con una pernacchia e se ne scappò. PRRRR!" fa la mia lingua fra le labbra, e lei ride fino alle lacrime.
La brezza si è fatta vento e lei non ha ancora addentato la mela. Burattinaia, le sollevo il braccio e porto il frutto alle sue labbra. "Eh sì, che fa bene, certamente!", e una folata le arruffa ancora i capelli leggeri.
Rannuvolato e scuro, il cielo suggerisce una rapida ritirata.
"Andiamo và, prima che si metta a piovere; su mamma, vieni".
Mi porge il braccio, come una signorina al ballo, e mi bacia la fronte, prima di camminare insieme verso casa.


Annabella Ferrin

1 commento:

  1. So cosa vuol dire, diventare madre di una madre e cercare nel presente di ritrovare immutato il ricordo.
    Il racconto me ne ha riportato la sensazione: grazie.

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