martedì 31 maggio 2011

Invisible... cut

Fino a Venerdì avevo il capello fluente, lungo fino al gomito. Ebbene, Sabato, dopo anni, come in preda ad una forza sovrannaturale e opposta, ho varcato la soglia di un salone di parrucchiera.
Sprofondata in un divanetto soffice e bianco, senza alcuna idea sul da farsi, ho aspettato il mio turno, quindi, una signorina bambina mi ha fatto accomodare al lavaggio. Con la testa rovesciata all’indietro, schiumata e massaggiata, ho rimosso per lunghi piacevoli minuti il pensiero dell'imminente seduta di taglio. L’indimenticabile baby-shampista mi ha fatto desiderare di restare su quel lavabo, a collo di gallina, fino al giorno seguente. Accuratamente risciacquata e avvolta in una spugnosa salvietta, mi ha messo a sedere davanti allo specchio beffardo. La giovane, bardata in vita con cinturone degli attrezzi, sfoderati forbice e sfilzino, ha domandato decisa: “Spuntiamo o tagliamo?”. Io, intimidita, mi sono finta brillante:”Vorrei farmi prima un’idea, vedere qualche foto magari, per trovare la testa giusta... ” Lei si è accesa: ho visto chiaramente scintillare una stellina nella sua iride destra prima che scomparisse dietro il paravento. In un baleno, è tornata con un buk alto una spanna e pesante un mattone. Ho sfogliato il librone come una forsennata alla ricerca di una testa possibile. Avanti e indietro, indietro e avanti… ed eccola, finalmente. L'ho indicata all’infante, in evidente stato di esaltazione. "Ecco, li vorrei così, all'incirca, più o meno, un po' più lunghi lì, un po' più corti qui". Insomma, credevo di essermi spiegata!
Mi sono alzata da quella poltrona con una testona manga, vaporosa e laccata. Ho pagato sudando e desiderando una dissolvenza rapida di me. Ho tirato la faccia in un mezzo sorriso quando la cassiera ha esclamato "Stai bene!", e mi sono dileguata ringraziando. Immediatamente, non vista, ho azzerato piega e volume artificiali prendendomi a manate la testa e rastrellando i capelli duri e impiastricciati di profumo fino a legarli in una codina di topo. Che sollievo vedermi riflessa nella vetrina senza crinoline sulla testa!
Oggi, in ufficio, codina di topo, faccio finta di niente, come se i capelli fossero quelli di sempre, come se la tonsura non avesse avuto luogo. E ci cascano tutti. Incredula, cammino lungo i corridoi e non mi capacito del fatto che nessuno si accorga della scomparsa dei quaranta centimetri di coda, a conferma che proprio nulla, qui, appare mai diverso.

Annabella Ferrin

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