giovedì 17 marzo 2011

Qualcosa di italiano

Il maestro Guatelli, arrivato al punto del programma nel quale doveva immergere i bambini di quinta in un bagno risorgimentale di passaggi del Ticino, camicie rosse in barchetta, spigolatrici di Sapri, strette di mano a Teano , tutta una zuppetta  patriottica della quale si era stancato da anni, ricorse a supporti  audio-visivi.
La parte "audio" consisteva nella sua voce, arrochita da un callo alle corde vocali, che gli spariva d'estate per ripresentarsi puntuale verso Natale ( malattia professionale, caro maestro, gli aveva detto il medico, stia più zitto lei, faccia parlare loro..  ) ; la parte "visiva" era rappresentata da due o tre cartelloni formato-finestra , con lo stivale dell'amata penisola in stinta quadricromia, che mostravano l'evoluzione dell'unità nazionale dal Congresso di Vienna alla prima guerra mondiale.
Stati pontifici e Granducati da operetta, Regni folcloristici, benché regalmente tirannici, nidi di aquilette asburgiche, coi loro rosa, gialli e verdini ( tutta una spezzettatura inventata da quel Metternich che aveva messo l'Europa nel frullatore, a suo tempo) che la bacchetta di legno del maestro inseguiva sulla parete,  mentre i ragazzi urlavano dal posto le attribuzioni giuste. " I Borbone- Parma! I Borbone di Napoli!! I Savoia ! " come in una lotteria. Cesare Guatelli, maestro, sentendo la voce fargli cilecca di nuovo- e si era solo ai Santi!- si girò verso la cattedra e si lasciò andare sulla sedia dai braccioli a semicerchio.
" Diamogli un momento ludico! " pensò, giacché era un maestro moderno e leggeva di pedagogia, non gli era ignoto Gianni Rodari né i più attenti scruta-cervelli per l'infanzia. Organizzarli, lasciar parlare loro, come diceva il dottore, gli avrebbe fatto  tirare il fiato per un po', benché la canea ludica a cui si sarebbero abbandonati quei ventotto delinquenti di undici anni lui l'immaginava benissimo, avendone sperimentate altre in passato, quando la voce per una  vera lezione non usciva più.
Già si stava sperimentando molto nella scuola primaria; ogni sperimentazione un nuovo colpo ai suoi sessantanni stanchi.
" Facciamo un po' di autogestione, ragazzi- sospirò- Io starò zitto . Ognuno di voi si alzerà e dirà il nome della regione da cui viene e la forma di stato che c'era nella sua regione prima dell'Unità". Sapeva che ormai la purezza etnica della sua Emilia , a cui appartenevano da generazioni gli allievi, per la maggioranza, si era colorata di raccoglitori di pomodoro campani, operai calabresi, qualche mozzo di stalla lucano, più l'eterno manipolo di carabinieri e secondini pugliesi e sardi. Lo dicevano i registri, lo dicevano i cognomi, lo mostravano le facce, qualche bianca faccetta che  portava i segni dell'anemia falciforme del sud, la corporatura piccola e nerboruta dei sardi.. " Ferrari! " Disse il primo a sinistra, molto fiero" Ducato di Parma e Piacenza." " Montali! " Si alzò il suo compagno di banco, e alzandosi gli crollarono dal grembo un milione di palline di carta masticata che ci aveva messo due ore a preparare ," Ducato di Parma e Piacenza ", " Puddu" Disse il terzo correttamente "Regno di Sardegna.."
Che bella idea! Che bella idea.. Sospirò di soddisfazione il maestro Guatelli. Sentiva la sua voce riprendere forza , come distendersi e stiracchiarsi beata, e prepararsi a nuove avventure, nella cavità della gola..
Dopo una decina di Ducati di Parma e Piacenza - Maria Luigia sbirciava da una stampa sulla parete, icona eterna e provvida, per cui quel popolo  nutriva una  nostalgia da bambino abbandonato- dopo un paio di cugini del casertano , che sostenevano di appartenere allo Stato Pontificio perché da piccoli erano stati a Roma, prima tappa verso l'agognato Nord, si alzò il  siciliano Paternò. Alto e piuttosto bello, più vecchio dei compagni, con l'aria losca e sognante di chi sente  vicini i  quindici anni e le ragazze, si srotolò dal banco e soffiò tra i denti " Paternò. Ducato di Parma e  Piacenza."
Il maestro aveva iniziato dentro di sé una complicata fantasia nella quale entravano di traverso sua moglie, le sue due figlie, serene zitelle sui trenta, (il maschio gli era scappato a Milano..) e una gita  sulla 600 di famiglia al Po, dove teneva un capanno da pesca,  quando un brusio, anzi un rombo di  indignazione che si alzava dalla classe come da un aereo in decollo lo tirò nella realtà,  e, al primo  strillo che si provò a fare, la voce gli fece cilecca, come una gamba informicolita.  " Braccia conserte e seduti!- abbaiò, o, diciamo, guaì. Che fregatura! I momenti ludici non erano il  suo forte, gli fallivano sempre.. " Cosa dici, Paternò?" " Parma e Piacenza. " Ribadì quello, girando intorno occhi minacciosi.  Il suo vicino, un  Vernizzi, padano della bassa da sette o otto generazioni di casari, si alzò tumultuosamente " Dice che è di Parma maestro, invece è un terrone di Napoli e tutti lo sanno..." sbagliando, nell'entusiasmo, la geografia.
Il siciliano diventò subitaneamente di un color rosso-bruno profondo, sotto i capelli neri a tettoia, e piazzò due piattonate di mano dura e lunga sulla testa del padano "Taci stronzo- gli sibilò tra i denti- io vivo qui e di qui sono.." Due o tre stangoni, sedicenti del Lombardo-Veneto, che in realtà morivano di fame in Polesine prima di venire a pulire le ricche stalle delle campagne di Parma, si precipitarono su di lui in silenzio  come sicari, e lo atterrarono in fretta.
"Tutti col quaderno a quadretti sul banco! " Gracchiò miseramente il maestro Guatelli.  Invece di riposarsi, la voce lo aveva tradito, passando segretamente dal riposo alla morte .
"..E però non la posso finire qui -  pensava -Lo devo riprendere il Risorgimento..Oltre tutto, è il centenario.. Finirà pure questo millenovecentosessantuno!"   


Il Dirigente scolastico, in visita a sorpresa alla sede distaccata di Viconegro, beccò il maestro  Guatelli che stava filando via  dall'ora di compresenza, avendoci lasciato la maestra Mariella, un'amica, incapace di protestare alle sue "motivate " fughe dal cartolaio. Preso in castagna, l'Andrea Guatelli non si confuse troppo. Gli dava una sicurezza inossidabile l'essere trenta centimetri più alto del Dirigente, trent'anni più giovane e forse trenta chili più magro...


A suo tempo si era laureato in Storia, seguendo, come era di moda prima della recessione, i suoi legittimi interessi, ma, alla fine, un diploma magistrale abbandonato in fretta nel cassetto nella sua fuga verso più ampi orizzonti , era quello che gli dava  da mangiare. 
" Venga venga Guatelli.." Il Dirigente gli fece strada verso una stanzetta disordinata, dalla quale migrò via in fretta un piccolo stormo di bidelli, coi loro giornali ancora sotto il braccio: Il Resto del Carlino, la Gazzetta, perfino l'Espresso. 
Si evolvono- pensò Guatelli- si evolvono in tutti i sensi, questi esseri infernali, oltre a moltiplicarsi Il Dirigente si piazzò in bilico su uno sgabello troppo alto, puntando un piede a terra e torcendo l'altro dietro una traversa in tondino. 
"Potrei dargli solo una spintarella, basterebbe.." pensò Guatelli.  Ma disse "Stavo andando a comprare carta per stampante.. lo sa che non ci sono quasi più materiali, e siamo solo a Novembre?" " So..so- sospirò il Dirigente -ma non c'è una lira in cassa. Bisognerebbe di nuovo tassare le famiglie, magari una nuova lotteria, ma con discrezione, eh.." 
" Ovvio, con discrezione.." 
" Ma c'è un'altra cosa di cui volevo parlarle..Gliela  dico così di corsa, per ora. Sa che c'è questo centocinquantesimo dell'Unità l'anno prossimo, che ci cade proprio dentro l'anno scolastico.. Ci sono  indicazioni dal ministero.. Pensavo che lei, così bravo in storia potrebbe..che so..preparare una specie di recita , una piccola celebrazione,  insieme con la maestra Mariella, come quella cosa multietnica che avete messo su l'anno scorso. Qualcosa , per esempio sulle regioni, senza andare troppo nell'analitico..Le studiano ancora le regioni? " 
" Qualcosa , sulla nostra, sull'Emilia, dal lato geo-economico più che altro.." 
" Già..già..E mi dica una cosa, Guatelli, lei è nella sezione B, vero?" " Certo, in B, più compresenza in A e computer in C..." " E quanti italiani abbiamo in B al momento?"
"Al momento otto, più tre moldavi, sei rumeni, uno della Somalia..- rispose il maestro Andrea Guatelli, nipote di un vecchio maestro Guatelli che ormai stava per sempre riposando la sua voce alla Villetta, cimitero monumentale della città. " ..più tre dello Zaire, e così via.."
" Mah..mah!.. sospirò il dirigente- otto su venticinque..Vedete comunque di inventarvi qualcosa, con la Mariella, fate del vostro meglio.....Qualcosa di italiano, però, mi raccomando!"


Carla Spagnolo

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