sabato 5 febbraio 2011

Bellissima

Mia mamma è bellissima.
Lo dicono tutti, che bella donna che è tua mamma, ma è davvero tua mamma? E poi mi guardano fisso, ma una bella occhiata, dalla testa ai piedi.
Si, è proprio mia mamma. 
Anche se non si direbbe, davvero: una tappa come me, con tutta quella ciccetta attorno ai fianchi, il sederone, e due tettine così piccole che sembrano due cipolline secche.
E lei, la mia bella mamma, così alta e snella, con quei capelli a cascata di riccioli sulle spalle e sulla schiena, gli occhi grandi e neri ben truccati, la bocca che sembra appena imbronciata, mi viene sempre a prendere all’uscita di scuola e si mette a leggere una rivista proprio davanti al cancello.
-Stai pure in macchina, non c’è bisogno che scendi…- le ho detto.
Ma lei niente: 
-Figurati - mi ha detto - non mi costa nessuna fatica, parcheggio e mi faccio due passi a piedi fino al cancello….
E così tutti la possono guardare davanti e di dietro che porta dei jeans così aderenti che non ci passerebbe neanche un foglio di carta velina, che solo due o tre delle mie compagne se li potrebbero mettere, e si che noi abbiamo quattordici anni e lei, mia mamma, ne ha moolti di più, di anni….
E quando torniamo a casa, io che sono sudata fradicia infagottata nelle mie tute grandi e comode che mi nascondono bene la pancia molle, lei che porta sempre delle camicette aperte o dei top leggeri sotto il giubbotto, ecco che mi dice:
-Ho comprato la pizza!
Oppure:
-Ho preparato le lasagne, che ti piacciono tanto…
E se le dico, ma per piacere, mamma, fammi solo un’insalata, non voglio mangiare…., ecco che si arrabbia, ma cosa dici, tu devi mangiare, sei stata a scuola tutta mattina, tutta energia buttata, sei in crescita, devi assolutamente mangiare….
-Ma se mangio poi ingrasso!- le dico, e mi sento dentro la pancia come un tremolio brutto, io lo so cosa vuol dire, e ho paura di mettermi a piangere davanti a lei, che è così bella e non capisce.
-Che stupidate sono queste, - mi dice allora – Vuoi dire che non si deve più mangiare? Non farai anche tu la dieta come le tue amiche, vero….
E io vorrei dirle si, mamma, anch’io voglio fare la dieta, mamma, come la Rossella e l’Enrica, mamma, che hanno perso cinque chili in un mese, mamma, ma non ci riesco, perché siamo entrate in cucina ed il tavolo è apparecchiato, ci sono tazzine di cose buonissime già pronte, ed un profumino irresistibile dal forno.
Ho fame, ho fame, ho una fame grande come una casa e mi butto sul cibo e lo ingoio e lo gusto e lo schifo.
-Tranquilla!- esclama mia mamma, ridendo, mentre fuma l’ennesima sigaretta – Vai adagio, mia cara, non te lo toglie nessuno, il tuo piatto, mangia con calma sennò non digerisci…
-E tu, mamma? – chiedo io ogni volta – Non mangi con me?
-Oh tesoro, ma io ho già mangiato prima, lo sai, no, che non riesco a resistere fino alle due del pomeriggio, io devo mangiare prima, sennò svengo….
Mia mamma non mangia mai a tavola con me: mia mamma ha sempre già mangiato prima.
Prima, tanto tempo fa, quando io ero piccola che andavo all’asilo, quando c’era ancora il mio papà in casa, alla sera mangiavamo al tavolo grande tutti insieme.
Ma da quando i miei si sono separati, mia mamma non ha più mangiato un pasto insieme a me: lei si siede a tavola davanti a me e controlla che io mangi tutto, non devo lasciare niente perché a cucinare si fa fatica e poi non sai quanto costa il mangiare e quanti bambini muoiono di fame nel mondo?
-Adesso vado a fare i compiti…- dico sempre, dopo aver finito l’intero pranzo in dieci minuti: e mi sento gonfia proprio dentro la pancia, la sento piena di cose unte, riempita di cibo grasso che gira e rigira dentro come tanti vermetti bianchi: che schifo.
Mia mamma è già impegnata: o sta al telefono, oppure va a chattare al computer.
Ma che cosa farà tutto il giorno, mia mamma, che non lavora nemmeno perché tuo padre mi deve mantenere,  che non ha amiche perché sono tutte invidiose di me, non capisco proprio perché,  che quando esce la sera dice che è sempre con la sua vecchia collega di quando lavorava a Milano e vanno sempre all’ultimo spettacolo del cinema perché c’è meno gente, lo sai che io non sopporto la gente….
Io allora salgo nella mia cameretta, passo davanti alla camera dei miei genitori, che ha sempre la porta chiusa, e poi entro in bagno.
Mi chiudo dentro a chiave, vado davanti al water, mi metto due dita in gola e vomito tutti i vermi che mia mamma mi ha fatto ingoiare, e piango stravolta dalla fatica dei conati e faccio scorrere l’acqua perché non si senta niente.
Poi mi siedo per terra e chiamo in silenzio papà papà dove sei e poi chiamo mamma.
Chiamo sempre mamma, io.
Chiamo quella mamma che mi ha fatto brutta quando lei è così bella, chiamo quella mamma che mi ha fatto grassa, quando lei è così magra, chiamo quella mamma che mi ha fatto piccola, quando lei è così alta.
Voglio scappare 
voglio volare 
voglio morire a questo corpo 
voglio la mamma, la mia mamma bellissima, per diventare finalmente la sua figlia bellissima.

Niva Ragazzi

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