sabato 11 settembre 2010

Potere / musica: David Bowie (Ziggy Stardust)

Mi sono portato questo (falso?) ricordo per anni dentro la mente domandandomi se corrisponde a qualcosa di realmente avvenuto oppure se si tratta di una rappresentazione fantasmatica del tutto immaginaria. Ma credo sia avvenuto.
Mi trovo ad una festa di amici, anno di grazia 1977 o 1978, non so dire esattamente, ma l’epoca è quella. Sono studente liceale, pieno di illusioni e già rapito dai miti musicali del rock vissuti come scorciatoia per una santificazione indispensabile della propria esperienza. La festa si svolge in un attico elegante, issato sopra una piazza tra le più celebrate della mia città, Firenze. In terrazza, sopra di me c’è un incrocio di bambù ricoperti di vegetazione, così pare di essere nel mezzo di una giungla e non nella pietrificata culla del Rinascimento. Se guardassi giù vedrei la statua di Dante, ma non guardo giù perché sono occupato ad ascoltare le storie di Ziggy a tutto volume. Il disco è uscito da qualche anno, ma a noi pare già vecchissimo, già proiettato in passato storico leggendario e remoto : un tesoro proveniente da altri tempi, contiene insegnamenti saggi per proteggerci dalle incognite del futuro. Siamo adolescenti e abbiamo paura del futuro. Tra noi c’è un giovane, poco più grande di noi, si aggira elegante in abito intero scuro, camicia bianca e cravatta, passa da una ragazza all’altra chiacchierando e flirtando, lo guardiamo con attenzione, ci colpisce, invidiamo molto quel Don Giovanni fortunato che pare avere il mondo stesso in tasca. La musica quella notte non ci permette di leggere nel futuro che lo aspetta pochi anni dopo : un incidente di auto che lo costringerà sopra la sedia a rotelle.
E se fra cinque anni davvero il mondo finisse ? Ci appassiona questa discussione. Si beve anche molto gin puro. Quali cose fondamentali dovremmo fare prima della data finale? Soprattutto baciare quella ragazza bionda seduta dall’altra parte della terrazza, mi ricordo, era importante per me in quella festa, con l’elettricità dei presagi a sfrigolare nell’aria estiva, in quella minima porzione di universo.

Stefano Loria

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