Da Starbucks costa due dollari e zero un centesimo. Significa che con tale somma quelle persone potranno sedere dentro a un posto caldo con connessione Wi-Fi fino a sera inoltrata. Forse non lo berranno nemmeno, quel caffè, lo terranno davanti, a raffreddare, che la lezione di bykram yoga non si accorda con tutta quella caffeina.
Ci sono degli amanti, che osservo, che bevono il caffè nero lungo, ma del formato piccolo, e si tengono la mano sotto al tavolo. Fanno il gioco di commentare quelli che passano davanti al vetro del bar e mi domando anche, di sfuggita, dove siano i loro compagni, gli ufficiali, e se gli amanti che ho davanti, che tra poco andranno via lasciando là i loro caffè senza averli bevuti, non abbiano un po' di paura che qualcuno li posa vedere assieme, passando per la strada.
Hanno paura che qualcuno li scopra o piuttosto se lo augurano?
Poi i due amanti si alzano per tornare a lavoro e portano via ancora pieni i loro caffè lunghi, nel formato piccolo. Chissà che cosa risponderebbero se qualcuno gli chiedesse: «Sì, scusa se te lo domando, ma sei stato un'ora in pausa e non hai nemmeno bevuto il tuo caffè piccolo lungo?». Nessuno glielo chiede mai.
Primo giorno di primavera a New York. Alba pensava che io fossi nato oggi e mi telefonava sempre per farmi gli auguri in anticipo. Mi piacevano quelle telefonate, me le aspettavo, ma quest'anno lei non telefonerà.
Fuori dal vetro del caffè le strade sono piene di gente che si muove, che non fa niente, come me. Mi chiedo quali circostanze rendano questo possibile. Voglio dire le specifiche, quelle generali non mi interessano.
Simone Lisi
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