Stanza 251

martedì 10 dicembre 2013

A proposito della signora Maddalena Ricci

Un posto stretto, un tappeto, un tavolino con sopra caffettiera da sei, tazzine, bottiglia di Mandarinetto. Sedie, borsette per terra . La gente arriva, si siede, si rialza, beve Mandarinetto, gironzola, sparisce. Estranei citofonano allo sportello e vengono presto scacciati. Una portineria, dove si tiene una confusa indagine che ricomincia ad ogni condomino che arriva.
Ma sottovoce, perché la signora Ricci, quella del quarto B, è scomparsa... e anche suo marito. Chi l'ha più visto? Sottovoce perché tutto questo è come una specie di lutto.


Signorina Tonia Ferrero, impiegata A.T.M.

Madama Ricci? Come, sparita! Si, è vero,una volta ho messo piede in casa sua, ma non la conosco, non ne so niente... Ero uscita  prima del tempo per  passare al mercato a comprarmi qualcosa, prima del lavoro... Passo davanti ai Ricci, e la porta è socchiusa, lei dietro che sbirciava. Mi fa "Va via presto, oggi, già al lavoro?" e  subito apre di più la porta .
- Ho appena fatto il caffè, venga dentro un momento-
Facevo fatica  a pensare, mezza addormentata "Ma guarda madama Ricci... che quasi neanche ci salutiamo." Però sono entrata.
Aveva un pigiama bianco, ma lei era ancora più bianca. Me lo ricordo perché sul bianco della faccia aveva come una striscia rossa che andava dall'orecchio verso il mento. Non la guardai bene , come se mi vergognassi per lei. Prendemmo il caffè in piedi. "Non si siede un momento?" "No, per carità, ho fretta prima vado al mercato qui sotto, poi porto su la spesa e riparto per l'ufficio, anzi mi scusi ma..."
Si sedette lei, al tavolo della cucina, appoggiò un gomito al piano di marmo, la mano contro la guancia, su quel male... o cos'era. "Mi farebbe un piacere?" Mi dice "Solo due o tre cose al mercato, io, oggi non posso, non credo di poter uscire".
Ebbi una fantasia, che saltasse fuori il dottor Ricci, anche lui in pigiama e desse inizio a un pigiama-party, alle sette del mattino, qui a Torino!
Ma c'era un silenzio, un silenzio fondo, fin strano, neanche si sentiva andare un tram, là fuori. La città era morta.
D'un tratto fui sicura che non c'era nessun altro che lei in casa, col suo pigiama bianco, coi suoi capelli ciondoloni sulla macchia rossa tra viso e collo. "Ma certo, mi dica, siamo ben due vicine..."
Due vicine alla piemontese, però. Neanche un rumore dai Ricci mi aveva mai disturbato. Sussurri, cigolii, rari squilli di telefono.
Qualche risata di uomini, qualche sabato sera.
Mi venne da pensare "Questo dottor Ricci se l'è filata, ma da quanto?"
I condominii, son pieni di segreti.
"Cosa le dovrei comprare allora? Io devo andare." "Oh - mi rispose - solo delle arance e poi - arrossì  mentre lo diceva, una frivolezza, un capriccio - due o tre rose".
Dopo, al mercato mi è venuto tardi e non son riuscita a portare in casa la spesa. Mi è passato davanti il 30 e l'ho rincorso col cuore in gola, col sacchetto al braccio... E pazienza, mi son detta, questa roba viene al lavoro con me. Sul 30 ho mandato qualche accidente alla graziosa vicina, ci mancavano anche i suoi fiori. Poi mi è venuta in mente l'impronta rossa sul collo. Passato il fiatone della corsa verso il tram cominciavo a ragionare "Ma se il dottore se n'è andato, chi è che la mena?"
Quando le portai le sue rose era buio.
Mi fece un piccolo sorriso, mi ringraziò, e mi chiuse fuori.


Ma c'era davvero una Maddalena Ricci?

Si, che c'era.
Una signora sui quaranta, graziosa e scialba, silenziosa, casalinga. Secondo alcuni esce solo col marito, il dottor Ricci. Secondo altri (più attenti, o più stanziali nel condominio) esce a volte anche da sola. Nessuno le fa visita, tranne colleghi del dottore che vengono certi sabati per un poker, pare. Quando la saluti arrossisce. Ha un'aria da madamin torinese di vecchio conio. Secondo la Malverni - famosa arpia, anche lei del quarto piano - ha invece l'aria di una  ex-puttana.


Il commercialista Bandini

Io lei la conoscevo, l'ho conosciuta quando era una ragazza, ma lei non mi ricorda. Son passati anni, e io non ero mica così speciale. E' capitata un bel giorno nella mia classe, al D'Azeglio, non so più se seconda o terza. C'è stata solo un anno, con noi della "B". Io stavo nell'ultimo banco, cercavo di non espormi, già mi facevo gli anni a due a due. Stavo accucciato sul mio banco e vedevo le sua nuca, quando aprivo gli occhi, le rare volte. E chi è quella, mi chiedevo, una nuova?
Una coda di cavallo un po' bionda. Non so neanche che cognome avesse, lo avrà ben avuto, ma che si chiamava Maddalena me lo ricordo. Quello di Filosofia faceva sempre dello spirito su di lei "La Maddalena è pentita?" le chiedeva
Bè. Ma che ve ne importa, vero?
Dite che è scomparsa? Ma come scomparsa, si saranno trasferiti. Ah, i traslochi li notate?
No, lei non mi ha riconosciuto, quando è venuta a stare qui. "Signora, buongiorno," le ho detto mentre stava sulle scale a controllare la sua roba che saliva. Mi son tolto il berretto... e lei, di ghisa.
Io sì, l'avevo riconosciuta. Il suo profilo magro quando l'interrogavano in Storia, la Maddalena pentita...
Aveva l'aria così perbenino e pulita, proprio da secchiona, invece non studiava una mazza. Le sue interrogazioni erano scene mute e non si pentiva mai. Taceva, si limitava a diventare sempre più rossa dal collo in su come fanno le bionde.
Io poi richiudevo gli occhi. Sapete, mi hanno bocciato anche quell' anno, e pure lei la Maddalena. Maddalena, bah. Non ammessa. Io poi ho ripetuto, con mio padre non c'era verso. Morto ma commercialista, era il suo credo.
Lei invece è scomparsa, di nuovo l'ha inghiottita Torino.


La portiera Lidia

No, guardate che non l'avete inquadrata  bene. Tra tutti, la signora  Ricci. Da come la raccontate sembra una mezza morta già da viva ...e il silenzio ...e il profilo ...e diventar rossa ...e scomparire. Alla fin della fiera l'unica che l'ha conosciuta un po' sono io.
Si fermava davanti al vetro della guardiola, certi giorni che faceva un freddo cane, o il nebbione, e si posava su un piede e sull'altro come se non avesse il coraggio di uscire, con la sua giacca di castoro e mi lanciava delle occhiate di traverso al vetro finché non le dicevo "Ma che roba uscire oggi signora Ricci, ma deve proprio andare?" Sempre in ore morte, verso le tre, le quattro.
“Venga un momento dentro che le do una cosina contro il freddo" le dicevo.
Sì, che se lo prendeva, con me, il suo punch al mandarino, anche con l'acqua bollente e la scorzetta, se mi dava il tempo, e diventava bella rossa allora , per un buon motivo, e diceva "Vado dalla sarta, devo proprio andare" ma non si muoveva. Sicuro che mi veniva voglia di far domande "e bambini non ce n'è in viaggio?" Cose del  genere. Ma chi si osava. Si vedeva che stava  andando verso una età difficile. La pelle trasparente come carta certi giorni. Quando usciva col marito... certo con lui non si beveva il punch, però sembrava allegra, con lui parlava. Che ne so di cosa, c'è il vetro. Un bell'uomo però, lui, una risata franca
L'ultima volta l'ho sentito che le diceva "Leni, Lenika, non posso tornare a casa con te, dopo. Hai le tue chiavi?"
Lei tornò dopo un'oretta, mi ricordo, era inverno. Si era comprata un mazzo di rose da qualche parte.


Carla Spagnolo

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