mercoledì 20 marzo 2013

Salvare una vita


Salvare la vita a una persona è una cosa bella, no? 
Infatti.
-Mi hai abbracciato e baciato, te lo ricordi?
-Sì, cos'era? L'altra mattina?
-Tre giorni fa.

L'ho riconosciuto subito, quando l'ho rivisto, il furgoncino.
Era stato quattro notti fa, tornavamo dalle prove, io e Alberto, il chitarrista. Gasati, perché i pezzi finalmente cominciavano a funzionare, e Mauro aveva scelto un pezzo mio per il gruppo, lui che è sempre incontentabile.
Il bagagliaio pieno, tra ampli, chitarre e basso. Il tasso alcolico... credo nella norma, o poco oltre. È che Alberto aveva insistito: dai, forza, una birra, c'era tempo, prima di tornare a casa. Cosa cambia una birra.
Tornavamo a casa, lungo i rettilinei che uniscono i paesi della Granda sulla provinciale 20: Centallo, Levaldigi, Genola, Savigliano.
Davanti a noi c'era un camioncino, con un telone nero, così almeno pareva di vedere attraverso il buio e la pioggia. Rosso, con il telone nero. Senza preavviso si mette ad ondeggiare, come se fosse in mezzo al mare in tempesta piuttosto che sulla strada di Centallo, tra le fattorie e la puzza di merda di maiale.
Zig-zag. Istintivamente ho rallentato.
-Che cazzo fa?
-Si sta addormentando, credo.
-Suona, dai, suonagli a quel rincoglionito!
E allora giù di clacson. Pooot Po-Pooot e il mare si calma all'improvviso, il mezzo si raddrizza e si rimette in carreggiata. Tutto bene. Ci rilassiamo.
Il conducente del furgone rallenta, poi accosta in una piazzola. Lo supero mentre lui ci fa un segno, ci saluta e ci ringrazia. E guarda che cerchioni strani, dipinti di bianco. Li vedo mentre lo supero, ovvio. Un furgoncino che sembrava uscito da un album dei White Stripes, bianco-nero-rosso. Per quello l'ho riconosciuto, poi.
-Grande. Gli abbiamo salvato la vita?...
-Certo che sì.
E mentre mi infilavo nel letto già caldo, dopo tutta quella pioggia, tu ti sei mezza svegliata, e io ti ho detto:
-Ho salvato la vita di un uomo... domani ti racconto.
Tu avrai sorriso nel dormiveglia, con quel tuo modo particolare di buttare il naso all'insu come per sfida.
Il mattino dopo ti avevo ragguagliata, insistendo sui pericoli e sull'importanza del nostro intervento.
-Mio eroe- avevi riso. E mi hai abbracciato e baciato, te lo ricordi? Tre giorni fa.

Vedi? È questo il camioncino. Cazzo, non ce n'è uno uguale, dai. Sì, sono sicuro. È quello. Rosso col tendone nero e i cerchioni bianchi.
Già, due, tutti e due sulla moto, si sono schiantati contro.
Buffo, no? Come la prima descrizione di una persona sia quella giusta. "Rincoglionito" aveva detto Alberto.
Quel rincoglionito si era di nuovo addormentato al volante. Ma quella volta non c'ero io dietro a tenerlo sveglio, quella volta aveva sbandato e aveva tagliato la strada a una moto, sbam. Due morti. E la foto sul giornale. E quel deficiente non si è nemmeno fatto niente.
-Non è colpa tua.
Be', già, ovvio.
Non è colpa mia.
Se non avesse piovuto, ecco: se non avesse piovuto, sarei andato più veloce, non lo avrei neppure incontrato, oppure lo avrei superato ben prima che gli venisse il colpo di sonno. Sarebbe stato sufficiente: la strada asciutta e uno scatto della mia Golf. Manco lo incontravo, il furgone.
E poi Alberto, ‘forza, cosa cambia una birra?' aveva detto. Cazzo. Cambia. Mezz'ora, un'ora di differenza. Tanto sarebbe bastato.
Non dico che avrebbe dovuto schiantarsi. Oppure sì. Ma chissà, magari si sarebbe rovesciato nel fosso, si sarebbe spaccato… il semiasse (qualunque cosa sia). Sarebbe rimasto ferito.
Perché se ne doveva andare in giro proprio ieri ad ammazzare la gente?
Gesù Cristo perdonami di averlo salvato.
***
Aggiornamento.
Sembra che i due sulla moto fossero sicari della malavita organizzata diretti a Cuneo dove volevano far fuori il prefetto che sta indagando sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel cuneese.
Allora tutto torna.

Aldo Quario

1 commento:

  1. è un tema sempre affascinante, quello del 'what if'. e le sliding doors, e l'appuntamento a samarcanda. e come l'inquadratura della fotografia può rivelare, oppure omettere, dettagli fondamentali per la comprensione di ciò che è accaduto. bel racconto, dai. :)

    RispondiElimina