Ora è il tempo del raccolto, e anche la prima commerciale D, la classe dei bocciati , ha raggiunto il suo target di produzione ( già parlo come il libro di Aziendale..), il 30% di bocciati.
Non io. Io ci ho provato, a farmi ribocciare. Per tutto marzo me ne sono andata in giro per i bar della città. Ci trovavamo nel piazzale dove arrivano i pullman pieni di noi deportati dai più vari paesi per motivi scolastici, poi qualcuno diceva "Chi fa sega con me, oggi?"
Si formavano dei gruppetti sempre nuovi, ci intanavamo nei retro dei bar o ai supermercati e a volte era dura far arrivare le due e mezza, l'ora di ripresentarci al piazzale a prendere il pullman per casa.
Perché tagliavo non lo so.
Avevo perfino cominciato a prendere dei voti decenti, anche otto in Aziendale, così passare senza debiti mi è sembrato d'un tratto possibile, e insieme irraggiungibile: troppe materie da badare, troppo scema io, troppo tempo per crollare, prima di giugno...
Poi quella di francese che mi aveva bloccato davanti alla porta chiusa dell'aula per chiedermi, come una pazza" Ma tu, sei felice?"
Io avevo risposto correttamente come a una interrogazione "Felice, non so, ma certamente serena ecc. ecc." Così il giorno dopo ho cominciato a tagliare secco.
Come si dice "puttana", in francese?
Poi un giorno a casa mio fratello si è messo a cantare. E' un furbone di fratello a cui non sfugge niente, anche se ha tre anni meno di me, e mi tiene d'occhio fin dalle elementari, quando lui era in prima e io in quarta, e mi ero fidanzata con Emil.
C'è qualcuno qui che ha bisogno di una buona SEGA? Lo diceva a intervalli, a ora di cena.
Finché a mia madre le si sono sfoderate le orecchie. Così è piombata a scuola e davanti a diversi professori, mentre io piangevo, mi ha preso a borsettate sulla testa, che ancora i miei compagni mi sfottono per questo, alzando minacciosamente le borse quando arrivo.
Ogni settimana lei arrivava senza preavviso. Io credevo che avesse il turno alla casa di riposo, invece lei stava già pedalando verso la città e la scuola. poi si aggirava per i corridoi con quelli dei miei professori che trovava liberi e facevano dei gran discorsi, dei piani per me.
Mia madre! I miei compagni la vedevano arrivare dalla finestra, un po' grossa, con la tuta,che prendeva di corsa la curva del piazzale della scuola , dopo che si era fatta sedici chilometri in bici.
" Ehi, miss O., indovina chi arriva..." mi dicevano. Io non mi alzavo dal banco.
Così ho dovuto farmi promuovere. Ero diventata una tal sorvegliata speciale che in ore buche mi cacciavano perfino a studiare nello stanzino dei bidelli. Farsi bocciare era uno scandalo superiore alle mie forze.
Adesso è certo,sono promossa. Praticamente tutti i professori lo hanno scritto (a mia madre...)
E' giugno, le piogge hanno smesso. Anche i nuovi bocciati, e i più furbi ritirati, hanno smesso: di venire a scuola. Ogni tanto qualcuno di loro si fa vivo a metà mattina.
"Ferrero, cosa fai qui?" Chiede un prof. "Niente, un salutino..."
Bivaccano davanti all'ingresso sui motorini, forse hanno nostalgia.
Noi dentro siamo in quattordici, i salvati. Caldo, silenzio, i prof. cazzeggiano tra loro e coi telefonini. E' giugno, è davvero arrivato, non posso crederci!
Carla Spagnolo
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