come se l'altro fosse la scorza più umida
scevra di sole
senza nessuna intimità, marca d'astratto...
La fame delle cose, è la spinta.
E tenendosi
a questa inapparenza
nei segni considerati caldi, giacere,
nelle ore frante da questo metallo
sempre vicino, espunto, specializzato.
Vladimir D'Amora (testo)
Carlo Zei (immagine)
bella foto!
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