Blue mooooon,
uhuhuh,
You saw me standing aloooone,
uhuhuh …
Canto in ufficio, non è una novità. Di solito mantengo un volume che s'inscrive entro il perimetro della mia stanza, oggi, invece, non controllo l'emissione e la voce sgattaiola fuori della porta, andandosene veloce lungo il corridoio e salendo per le scale, ai piani alti.
L'umanità più varia si svela al suono della voce armonizzata sulle note di una celebre canzone, e il corridoio diventa una passerella dove, a turno, sfilano i colleghi figuranti, mettendo in scena attimi di autentico spettacolo.
without a dream in my heart,
without a love on my own…
Il primo passante è l'ingegnere, "il milanese", inviso a tutte le segretarie che abbiano avuto la sventura di averci a che dire. In piena marcia, con l'atteggiamento iperlordotico di un cinquenne, sigaretta e accendino pronti per la prossima fumata, il vegliardo Ing. somatizza il mio canto in un fremito corporeo improvviso e, incorniciato esattamente negli stipiti della mia porta, si assesta una grattata fra le chiappe elevandosi in un saltino nervoso, tanto inspiegabile quanto esilarante.
Blue mooooon,
uhuhuh,
You knew just what I was there foooor,
uhuhuh …
La mia voce rimbalza da una parete all'altra e traccia percorsi sonori invisibili, groviglio di pentagrammi ideali. La gioia esce da me senza remora e si infrange come l'onda su ogni cosa che incontra.
I fidanzati dell'ufficio tecnico, mano nella mano, percorrono il corridoio con passi gemelli. Le teste ciondolanti sono pendole unisone e i corpi, sedotti, si appiattiscono l'uno sull'altro in un ballo fugace e conturbante.
You heard me saying a prayer foooor
Somebody I really could care foooor
Alzo il volume, tanto, niente di male può capitarmi, e sento nuovo vigore vibrare nelle corde del mio strumento. E mi abbandono a un delirio amoroso, in cui io sono l'amante di me sola e in cui la voce mia suadente riesce a condurmi altrove, lontano dagli umori stantii delle cataste di carte soffocanti, lontano dal silenzio tombale di uffici popolati di grigio.
And then there suddenly appeared before me,
The only one my arms will ever hold
I heard somebody whisper, "please adore me".
La pupattola dell’ufficio paghe, scarpe rosse altissime, scintillanti di vernice, ancheggia a tempo di canzone e tende la manina frivola al tecnico della fotocopiatrice, invitandolo a cingerle i fianchi per una sola giravolta nell’aria che, improvvisa, le scompiglia il carré ossigenato.
And when I looked,
The moon had turned to goooold
Si materializza, nel momento più alto di euforia canora, il direttore, ufficialmente in trasferta presso la sede centrale. Invece no, è lì, marmoreo, sull'uscio, e ascolta le mie inaudite evoluzioni. La mia voce si ingrossa, perde colore e naufraga, contratta, ai piedi dell'uomo che mi paga lo stipendio.
Blue mooooon,
uhuhuh,
Now I’m no longer aloooone,
uhuhuh …
Sono afona. Riavvolgo il nastro di un piccolo pomeriggio cantato e immergo la testa nel solito silenzio.
Without a dream in my heart
Without a love of my own…
Annabella Ferrin
Annabella ha il dono divino di rendere tutto elegante, poetico e leggero....
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