Stanza 251

lunedì 19 marzo 2012

Fine dei giochi

Una figura si aggirava per le strade affollate di pedoni, macchine, velocipedi, taxi, attraversava le vie, percorreva i parchi, nessuno si curava di lei, neanche gli specchi. Era uno spettro senza bocca, orecchie, mani, s'appoggiava al suolo per camminare, non faceva altro, andava a zonzo senza meta, incapace di trovare una destinazione, una casa o un rifugio. Un'ombra le stava appresso e la stava mangiando, di boccone in boccone la rimpiccioliva e si distruggeva con lei.
Chi sei? Chiese all'ombra.
Tu sai chi sei? Rilanciò l'ombra.
No. Però una volta lo sapevo, lo sapevo bene.
È tanto che mi stai dietro?
Da quando esisto.
Non ho memoria di te.
Sì, io sono arrivato dopo, quando sono giunti quelli.
Chi?
Gli uomini, sono dappertutto.
La figura e l'ombra non parlavano, si capivano senza proferire parola, gli altri non li sentivano e nemmeno li vedevano, erano distratti.
Ce l'hai un nome? Chiese la figura.
Quello che mi hanno dato gli uomini. Sono Niente, non ti ricordi di me?
No.
Nemmeno come ti chiami?
No. Per quanto ne avrai ancora?
Poco, presto ce ne andremo.
La figura arrancava sopra i marciapiedi butterati dai mozziconi e dai rifiuti accartocciati, voleva riposare ma non c'erano panchine per sedersi, gli uomini non ne avevano bisogno, camminavano nei loro sontuosi cappotti, da un negozio all'altro, salendo e scendendo dalle macchine che intasavano la banchina, erano così tanti, milioni di schegge erranti, nessuno parlava, tutti rumoreggiavano e non si fermavano mai. E intanto, passo dopo passo, l'ombra fagocitava pezzi della figura, distruggendo entrambi.
Da dove vieni? Chiese la figura.
Dal pensiero degli uomini.
Ricordo questa parola.
Anche tu vieni da lì, tu eri il pensiero. Eri immenso, ti estendevi su tutte le cose, eri tutte le cose senza tempo e colore, senza forma e giudizi; quelli sono arrivati in un secondo momento.
E tu?
Io sono arrivato poco dopo, quando l'uomo t'ha illuminato per prenderti, volevano conoscerti, ti hanno gettato nel tempo, trascinato giù dal cielo, sei diventato un oggetto e poi...
E poi?
Ti hanno buttato via. Non servivi più. Gli bastava avere se stessi.
E cosa hanno fatto da soli?
Si sono rinchiusi dentro le loro parole, pensando fosse uno scrigno inviolabile.
Mi hanno dimenticato, affermò la figura.
Sì.
Per questo non mi vedono.
Sì.
Erano ormai due granelli di sabbia, anche volendo nessuno li avrebbe più visti.
Hai finito? Chiese la figura.
Quasi.
E che ne sarà degli uomini?
Resteranno soli e smetteranno di pensare.
Niente non ebbe tempo di aggiungere altro, Essere era scomparso del tutto dal mondo e con lui la sua ombra.


Egidio Ferro

Nessun commento:

Posta un commento