Esiste nella mente di chi non è schiavo.
In un tempo difficile da spiegare – attraversato da esperienze enigmatiche – il giardino è investito da una tempesta.
La pioggia traccia pesanti righe in caduta verticale.
Le dense cortine scroscianti compongono decorazioni per un cupo paesaggio di terra scura e vegetazione rigogliosa.
Nella stanza al primo piano la giovane madre distoglie l’attenzione dalle pagine di un romanzo che sta leggendo. Si è distratta ascoltando il frastuono prodotto delle gocce che rimbalzano sopra le foglie.
Se in passato aveva desiderato avvampare nel cuore stesso degli accadimenti sociali - in sintonia con le trasformazioni più imprevedibili - adesso al contrario desidera prendersi una pausa di meditazione.
Vorrebbe abitare in una confortevole estraneità al presente.
Osserva il verde vivo del prato, le nuvole in rapido movimento dentro le correnti d’aria nel cielo grigio scuro. Energia ottica.
Scende le scale.
Esce dalla casa avvolgendosi nella mantella gialla impermeabile.
I capelli spettinati si inzuppano dopo pochi passi.
Sta immobile al centro del giardino.
Respira con lentezza.
Con le rigature dell’acqua che le scorrono addosso la giovane madre comincia a ruotare su se stessa. Tiene le braccia allargate. Il suo corpo funziona come una trivella.
Fora lo strato superficiale in cui prosperano radici, vermi, pietrisco sminuzzato, concime, humus.
Ancora più sotto.
Penetra nelle rocce calcaree.
Sempre più in basso.
Bucando gli spessori geologici precipita nelle sedimentazioni della cronaca nazionale. Ultimi decenni del secolo scorso.
Progetto di un colpo di stato nell’Italia che attende il trionfo - alquanto improbabile nella sostanza della situazione - del verbo comunista. Piano fallito.
Rapimento di un uomo politico emblema di un potere ritenuto intangibile e suo assassinio con cadavere abbandonato nel bagagliaio di un’auto rossa nel centro di Roma. Azione perfettamente riuscita.
Bombe che esplodono in piazze e sedi di banche, dentro treni e stazioni ferroviarie.
Stragi.
Strategia della tensione.
Possiamo scavare un tunnel.
Raggiungiamo il centro incandescente della sfera terrestre.
Si nuota nel magma.
Lei guarda le foglie gocciolanti.
I tronchi degli alberi con le dure scorze corrugate, colonne naturali accostate alle forme razionali dell’abitazione.
Rientra all’interno della casa.
Carponi sul pavimento c’è suo figlio indaffarato a montare uno sull’altro i mattoncini plastificati. Vuole costruire un quartiere di città con strade, casette colorate, distributore di carburante, scuola, fabbriche.
Concentrato in questa attività il piccolo è separato in un suo ambito di realizzazione personale.
Lei appende la mantella all’attaccapanni dell’ingresso.
Ha i capelli ispessiti e anneriti dalla pioggia.
Si siede sul tappeto e inizia a giocare insieme al bambino.
Stefano Loria
Mi fa pensare ad un libro che ho appena comprato, La piuma Blu, Abecedario dei luoghi silenti :)
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