‘Dai, Laura, spostati! Non vedi che sto per cadere.’
‘Ma insomma, Aldo, siamo su un gommone, mica su uno yacht, lo spazio è quello che è!’
‘D’accordo però se tu ti stendi tutta lunga, alla fine io precipito in acqua. Volevo anche dirti che sono felice di averti qui con me a Capraia. Sai dopo l’ultima volta… tutte quelle discussioni. Insomma sono felice… Però tu....’
‘Ti prego non ricominciamo. Ma ci stai un po’ zitto e fermo! Vorrei continuare a leggere’
‘Che leggi? Il solito libro da masturbazione mentale? Il solito saggio filosofico sulla vita? La morte? L’io nascosto, quello troppo evidente; l’io che non è io ma che è loro, voi, tutti, tutte, il mondo… insomma i tuoi soliti esercizi ginnici per le celluline grigie.’
‘Certo che per un bruto come te sono tutti così i libri. Solo fonte di pensieri e quindi angosce esistenziali: esami di coscienza che ti spaventano, meglio evitare il contatto diretto. La pagina specchio ti spaventa troppo, la tua immagine riflessa deve rimanere solo in uno specchio vero, non in uno di carta! Però questo libro è speciale. Guarda!’
‘Ma è bianca! La pagina è bianca!’
‘Ma che dici? Sono i caratteri che sono bianchi… sempre il solito conformista… solo nero su bianco! Zero fantasia!’
‘ E che c’è scritto? Di che tratta?’
‘Di due che sono su un gommone con un gatto, e navigano. Naturalmente è un viaggio metaforico, un viaggio attraverso la vita, attraverso loro stessi, con il gatto che li ascolta, li osserva e soprattutto li giudica. In questo punto sono appena arrivati in una grotta.’
‘Proprio come noi. Guarda! Là ce n’è una. Dai, entriamoci!’
‘Laura, che silenzio e che odore … non mi sento a mio agio si vede pochissimo... mi vengono i soliti pensieri strani. Questo profumo, anzi puzzo esagerato di mare, mi dà la nausea, quest’aria bagnata mi si appiccica addosso come un sudario… forse da morti ci si sente così. Forse la morte è così? Come questa grotta?’
‘Ci risiamo… la tua ossessione, la tua paura profonda e di sempre che non riesci a vincere, né con il mio aiuto, né con l’analisi. Quelli sono stati proprio soldi buttati via! Soffri e mi fai soffrire. Sei invidioso della mia serenità. Ecco! Te l’ho detto finalmente! Scarichi tutto su di me, ma reagisci in qualche maniera! Vuoi rimanere sempre nel tuo limbo protettivo d’indecisione? Continuare a fare l’uomo caleidoscopio che cambia e non assume mai una forma definitiva, duratura. Il solito vivo/morto di sempre? Io non ne posso più!’
‘Laura, ma che credi? Credi veramente che dentro di me non ci sia niente? Solo perché non sono solare come te, non leggo come te, non parlo in continuazione come te, o non discuto su tutto come te? Le mie cose, i miei pensieri, le mie riflessioni e le mie paure sono solo mie. Non voglio dividerle con nessuno, né con te né tanto meno con l’analista. Potreste riderne o peggio ancora comprenderle, e dopo? Dopo, non avrei più niente di veramente mio, niente che avrei fatto da solo… sai che fallimento! Sono un bravo interprete, voglio tradurre la mia vita, ma Cristo! Che traduzione difficile!’
‘Perché non ne parliamo? Esorcizziamo tutta questa tua angoscia solitaria e repressa. Non fare l’orso, non essere freddo e scostante. A proposito di freddo, qui dentro si gela.’
‘Laura, usciamo! Sai, mi sa che siamo come quelli del tuo libro, ci manca solo il gatto. Finiamola con questi discorsi, piuttosto dimmi come finisce il libro. Guarda che fine fanno, anzi faremo.’
‘Accidenti! Si è bagnato. Non riesco a girare le pagine … sono come incollate, si sono rotte. Aldo, le ultime pagine si sono sciolte, e adesso?’
Qualcosa mi solletica il naso, non ho ancora aperto gli occhi ma so che sono i suoi baffi, ronfa e comincia a fare la pasta senza tirare fuori le unghie. Gli accarezzo la testa aprendo gli occhi, vedo i suoi giallo oro che mi fissano,
‘Buongiorno Nuvola! Mamma mia che sogno… Aldo? E chi è questo Aldo? Che incubo! Adesso te lo racconto.’
Si acciambella sulla mia pancia pronto ad ascoltare.
Tania Puglia
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