Sono seduta a un tavolo piccolo e ho una sbobba biancastra nel piatto.
Col cucchiaio ne porto un po' alla bocca, ma sono svogliata e il boccone va giù a malapena.
In piedi, lei, mi fissa.
Sfodera l'indice e me lo punta in faccia. Capisco subito e serro le labbra con forza. Il suo dito, irrigidito, s’incurva e spinge per entrare. Tutta la mia forza di malata sta nelle mie labbra sigillate.
Spinge ancora e sfonda la mia bocca esausta, ficcandosi nella mia gola.
Raschia, raccoglie e prende via. Raschia, raccoglie e prende via.
Pulisce il dito sul bordo del piatto, e aspetta.
Serro ancora il cucchiaio nel pugno e provo a nutrirmi di quella poltiglia.
Il suo dito adunco viola la mia gola di nuovo e nulla possono le mie labbra. Raschia, raccoglie e prende via. Raschia, raccoglie e prende via.
Pulisce il dito sul bordo del piatto, e aspetta…
Pulisce il dito sul bordo del piatto, e aspetta…
Annabella Ferrin (testo)
Chiara Ferrin (grafica)
Chiara Ferrin (grafica)
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