Così sono alle Commerciali, e inoltre nella classe dei bocciati. Una specie di Centro Profughi.
Tutti noi dovremmo avere quattordici anni, perché siamo una prima, ma non è così. Con gli anni giusti ce n'è uno, il piccolo Baldi, gli altri di anni ne hanno sedici, anche diciotto.
Io, per dire, ne ho quindici, sono una bocciata normale, non pluribocciata.
In genere siamo rifiuti dei Licei, ma c'è gente che viene da scuole alberghiere, gente che pensava di avere talento artistico (poi si è accorta che non riusciva a tracciare righe a china), anche di "commerciali" bocciati se ne trovano. I più tristi. Non avevano altre scuole per scendere di livello, sono rimasti ancorati lì come barche se c'è mare mosso.
Qualcuno se ne è stato a bivaccare a letto per qualche anno dopo le bocciature, poi i genitori l'hanno ricattato ben bene e cacciato alle Commerciali... dove, se no? Qui di vere vocazioni ne vedo ben poche. Le vocazioni vanno al Classico se sono vocazioni archeologiche, o allo Scientifico se la loro vocazione è medicina, fin da piccoli. Chi può avere la vocazione di stare alla cassa del Carrefour?
In questa classe dei bocciati c'é comunque una bella atmosfera, non saprei come dire... mite e svaccata son le parole che mi vengono in mente.
Anche tra i prof. Tra loro però serpeggiano ondate di paura. Hanno paura di sgridare, di spiegarci cose troppo difficili, di cominciare il programma sul serio. Temono una rivolta.
Spiegano dieci minuti e poi ci fanno fare pausa. L'unica mela buona del cesto, quel tizio Baldi che ha davvero quattordici anni, ha provato a chiedere informazioni su questa "pausa" e il Prof gli ha detto: "mica siamo al Liceo..."
E poi si lagnano, si lagnano, i professori, anche se noi siamo bravi e disponibili (a fare meno pausa e più lezione, ad esempio). Ma che rivolta, ma via!
I bocciati di diciotto anni sono davvero grandi e grossi, ma non fanno nessun effetto, almeno a me. Tranquilli e trasognati non sanno inventare niente di meglio che partite a tris sui cellulari.
Io li amo, i miei fratelli bocciati.
Mia madre mi chiede ansiosamente: "Ah, come va? Come ti trovi? Ti faccio cambiare classe, eh? Ti mando al Turistico, che ne dici?" Ma neanche per sogno! E per andare dove?
Già mi han tolto dal Liceo e mi hanno messo alle Commerciali... e meno male.
Mi devo riprendere un po' da tutto quello schifo di epicastorialatinoeconomiapsico e stronzate varie. Non che le studiassi, ma anche solo ascoltarle in classe.
Io vado nella nuova scuola col solito pullman di linea, con tutti i miei vecchi compagni e amiche che ora fanno la seconda Liceo. Non ho invidia né rimpianti. Però noto che il mio aspetto - non la faccia, sono la solita ragazza alta e magra coi brufoli - ma i vestiti, dico, sta diventando sempre più diverso dal loro, perché si vede che ogni scuola ha il suo look.
Noi delle commerciali siamo più ordinate, meno trasgressive/creative, capelli pettinati, meno top, maglie regolari. Non so perché ma ci vestiamo già come future impiegate, anche in prima.
Poi poche parolacce, un paio di cazzo e già sei in presidenza. E' come se ci dicessero: "Aspetto regolare, linguaggio regolare e nessuno vi toglierà il vostro diploma commerciale, più tardi"
Mi sto abituando a questo look, dormo anche di più perché non c'é tutta quella necessità di truccarsi.
Ci vorrebbe uno studio psicologico per farmi capire perché è così, perché il look liceale è più sciallato e quello commerciale più serio, ma che ne so? Anch'io al Liceo facevo psicologia (cosa non si faceva al Liceo!), ma tranne studi sulla salivazione dei cani e sui labirinti nelle gabbiette dei topi non mi ricordo una mazza. Un nome: Skinner!
Ma resterò qui, cara mamma, mi trovo bene nella mia classe dei bocciati, mite, svaccata e in pausa dalla vita.
Carla Spagnolo
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