domenica 12 giugno 2011

Spaghetti Doom Metal

Dove sono cresciuto c’era un solo negozietto di dischi alternativo, dove insomma trovare qualche disco interessante. O quanto meno che lo fosse per un adolescente in cerca di novità. Il massimo cui ambivamo comunque erano i dischi dei Durutti Column, per intenderci, niente di estremo. Il negozietto, di cui non ricordo il nome, stava in una stanza in un palazzo della città vecchia a Locarno, in Svizzera, ed era gestito da uno sparuto gruppetto di dark del posto: un emulo di Robert Smith e qualche altro elemento caratteristico dell’epoca. Io non ero proprio come loro, anzi, o forse mi mancava il coraggio, o avevo già sviluppato un severissimo senso del ridicolo. Ma quella parola, dark, continuava ad arrovellarmi. Poi si suonava, cover soprattutto, Metallica, Cure, Smiths, Godfathers, Dinosaur Jr., Eco and the Bannymen, e così via. 
Sono passati 25 anni da allora, e ogni tanto mi scopro ad appassionarmi a suoni e caratteri contigui. Da qualche tempo ad esempio mi incuriosiscono i SunnO))), una formazione abbastanza sperimentale di Doom Metal, californiani, con uno spiccato senso del lugubre, esibizioni in cattedrali nordiche e gotiche (tutt’e due insieme), accostamenti con artisti della scena contemporanea e musicisti jazz interessanti come lo storico trombonista Julian Priester oppure il violinista Eyvind Kang: accordi distorti con delay e flanger “a palla”, tenuti per minuti e minuti, voci cavernose che cantano – forse – in ungherese, mai capito, a dire il vero. Costumi di scena, delle tonache con cappuccio tipo monaco medioevale. Quindi vanno d’accordo con questi spaghetti estivi e nerissimi che propongo.
Due spicchi d’aglio tagliato a fettine fini fini, in olio e peperoncino, qualche cucchiaio di passata di pomodoro, far cuocere e ritirare, lasciar intiepidire.
A parte far cuocere in olio e aglio qualche seppia fatta a pezzi, mettere da parte.
Tornare sul sughetto rosso tiepido e unirvi il nero di seppia, fino ad ottenere una crema nerissima. Aggiungervi gli spaghetti al dente, grattugiare un poco di scorzetta di limone, e prezzemolo tritato. Servire.

Enrico Bianda (testo e grafica)

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