venerdì 22 aprile 2011

Via dalla foresta di carta

La notte era di magia, notte di solstizio d’estate.
Nel retro della libreria due scarpette di cristallo misero la punta fuori da una pagina e volarono nell’aria, color dell’aria, coppia di luci danzanti, descrivendo arabeschi sul soffitto.  Altri oggetti si mossero come turbini, intorno.
Bacchette magiche sormontate da stelle , sfuggite alle mani delle loro Fate, filavano come razzi. Rossi stivali delle sette leghe tambureggiavano su e giù per le pareti..
E i fiori che Cappuccetto doveva finire di raccogliere, per finalmente crescere e morire, sbocciarono di colpo in un angolo , cantando la bellezza velenosa della vita.
I Bambini dei Libri per l’Infanzia si destarono come ogni notte . Erano tutti e per sempre Bambini. Anche le Principesse di quindici o sedici anni ne avevano in realtà otto: perdevano scarpette in giro, si spaventavano dei coniglietti dei boschi, credevano ad ogni strega baggiana che regalasse mele..   Quanto odiavano il loro essere bambini in eterno! Specialmente le ragazze , che avrebbero voluto sapere cosa succedeva dopo la cavalcata finale col loro Principe, o dopo il viaggio di nozze in carrozza. Le ragazze erano molto nervose, al proposito.
Una volta desti, i Bambini dei Libri scoprirono che erano stati sloggiati dai loro scaffali per la grande biennale ristrutturazione interna della libreria. Cacciati in angoli diversi, in pile sul pavimento, confusi tra i dizionari e gli atlanti, non riuscivano più a organizzarsi per uscire dalle solite pagine, come facevano quasi ogni notte, e far baldoria insieme.
 Niente di speciale: qualche capriola, un po’ di stretching, sberleffi, ma da lontano, ai Grandi Autori Storici e ai Biografi. Alice li aiutò anche quella volta Lei,che non perdeva la bussola neanche capovolta, ricordò ai Bambini che il luogo non aveva importanza, e il tempo semplicemente, non c’era.
Allora, poiché tutti furono usciti dai libri, scoppiarono delle risse, si confusero le trame.
Pinocchio, finito troppo vicino a Dickens, che sempre aveva sfottuto gridandogli:“Ma che ne sai tu di bambini, che ne sai tu di bambini….” si prese una piattonata sull’orecchio dal piccolo Oliver Twist, tutto rosso, il quale poi ( saltando diverse centinaia di pagine..) si trasformò nell’Oliver Twist adulto, giovanotto vittoriano assai affermato, che gli disse freddamente in inglese
 “Sorry, ma mister D. ti manda a dire che ne ha abbastanza di te, piccolo italiano intrigante e fannullone..”
Approfittando del fatto di essere finita lontano dall’ombra del suo Autore, la Bella Addormentata di Monsieur Perrault si svegliò un attimo per sbirciare la Bella Addormentata di Walt Disney, che stava ancora dormendo, e le fece una magia per sigillarle gli occhi in eterno, invidiosa dei suoi brillanti colori. Mentre lei,così sfumata e soignèe come solo un gentiluomo del seicento poteva pensarla, se ne andò in giro ballonzolando nel suo guardinfante, e rubò al volo l’occhialino dalla cintura della Matrigna di Cenerentola.
“ Vogliate perdonarmi, Madame Mère. Non riesco nemmeno a intravedere il mio Principe in questa foresta di spine, pardon, di pagine..Devo dormire fino a pagina 118, ma non ho proprio più sonno…” Occhieggiando follemente in giro attraverso la loirgnette viola, scorse il Principe di Biancaneve che si precipitava a cavallo verso pag.160 (del suo libro, naturalmente..) nella quale i nani avevano da poco piazzato la ragazza  in una bara di cristallo e, balzata sul suo cavallo, fu sua, o lo fece suo, come volete.
A pag.161, (del suo libro, si capisce), Biancaneve socchiuse gli occhi a sua volta. Il Principe non si vedeva. Solo orridi Nani che era stufa di accudire. A pag.163 riaprì gli occhi, quegli occhi rotondi e sornioni da  acqua cheta . Niente. Seppe allora che la bara di cristallo sarebbe stata per sempre la sua casa e cominciò a pensare come arredarla.
Dal suo angolo Jonathan Swift fece udire la sua abituale risata sarcastica.
Era di nuovo finito nel gruppo dei Libri per Ragazzi, lui che odiava i bambini e aveva intenti filosofici nelle sue fantasie su nani e giganti. Ma gli Autori non potevano muoversi, solo ringhiare negli angoli. Gulliver invece poteva, in quanto Figura o Personaggio. Tutto sommato non scontento della compagnia dei Bambini si avvicinò a Biancaneve, sempre in sonno ma ormai a pag.184
“Piccola mia- le disse- abbiamo qualcosa in comune. Anch’io detesto i nani. Fuggi con me, al diavolo il Principe..”Aprì la bara e se la mise in tasca.
Quando l’alba strisciò tra la polvere dei libri, nel retro della Libreria, tutto sembrava in pace …..la pace piena di sussurri delle librerie.
Solo i Grandi Autori, gli Storici, i Biografi e i loro Personaggi Adulti erano rimasti incatenati alle loro pagine. Le Figure dei Libri per l’Infanzia erano scomparse, fuggite dalla foresta di carta a cercare vere foreste e veri castelli.
Guardando bene si sarebbero potute vedere ancora per un attimo le Streghe di Grimm, gobbe e grifagne, penzolare dalle ragnatele del soffitto, dove le loro scope si erano impigliate, prima d scappare per il condotto di aereazione verso nuovi più efficaci malefici. 


Carla Spagnolo

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